Rifiuti e debiti, “la correzione al pef è esclusa dalla Corte dei Conti”: arriva un’interrogazione

 
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Gela. Rifiuti e debiti, ormai da tempo, sono uno dei pesi principali che il sindaco Domenico Messinese e i suoi assessori si portano dietro. Qualche settimana fa, è arrivato l’affondo del vice Simone Siciliano, che ha individuato nel piano economico finanziario di quattro anni fa la causa di tutti i mali, soprattutto di quelli di cassa. Un errore nei calcoli, stando all’assessore, avrebbe fatto saltare il banco, con un servizio di raccolta e smaltimento che costa molto di più rispetto a quanto indicato nel pef 2014. Così, la giunta, seguendo le indicazioni di Siciliano, ha varato un provvedimento di correzione, che a questo punto dovrebbe essere sottoposto all’esame dell’assise civica. Quando? Ancora non si sa. Ritardi e mosse contabili che, però, hanno già prodotto una prima conseguenza. Il gruppo consiliare di Noi con l’Italia ha deciso di chiedere spiegazioni al sindaco e ai suoi assessori. Quella “correzione” sarebbe del tutto in contrasto con quanto più volte sostenuto dalla Corte dei Conti, che ben conosce lo stato dell’arte dell’ente. “La Corte dei Conti Sezione di Controllo, sia regionale che a sezioni unite – si legge nell’interrogazione – interpellata nel merito, ha stabilito che non sono ammissibili variazioni delle tariffe Tari, successivamente all’approvazione del bilancio di previsione, e ciò per un evidente criterio di ragionevolezza rappresentato dal bilanciamento dell’esigenza di tutela delle situazioni giuridiche soggettive dei cittadini, i quali non possono essere sottoposti a prestazioni imposte oltre i limiti fissati dalle norme”.

Le misure correttive imposte dalla Corte dei Conti. Una questione che, all’indomani dell’annuncio di Siciliano, era già stata sollevata dal capogruppo centrista Vincenzo Cirignotta. Adesso, la vicenda arriva in aula, addirittura prima della stessa delibera varata dalla giunta. In municipio, si attende anche un altro passo della giunta, quello che dovrebbe condurre Messinese e i suoi a varare le misure correttive, imposte dalla Corte dei Conti, dopo la bocciatura del bilancio di previsione 2016 e dei consuntivi 2015 e 2016. I magistrati contabili, con quel verdetto, hanno bloccato le spese straordinarie dell’ente e previsto un termine di sessanta giorni per adempiere.

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