Rifiuti e tariffe da aumentare, Siciliano crede “nel valore dei consiglieri”: in aula il Pef è a rischio

 
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Gela. Alla “guerra” dei rifiuti l’amministrazione comunale andrà munita di messaggi di pace, da lanciare ai consiglieri, che non sembrano avere la minima intenzione di approvare un piano economico finanziario, da almeno dieci milioni di euro, e tariffe Tari aumentate. “Credo nel valore dei consiglieri comunali, credo nel loro alto senso di responsabilità – ha detto il vicesindaco Simone Siciliano dopo aver presentato il nuovo pef – credo soprattutto nella voglia di cambiamento, che passa dall’approvazione del piano economico finanziario”. Siciliano, politicamente inviso a quasi tutta l’assise civica, si gioca tante carte del suo mazzo con il piano economico finanziario e con le tariffe Tari. Atti che questa volta la giunta ha scelto di “spacchettare”. Pef e tariffe verranno valutati separatamente, non che cambi molto. L’amministrazione comunale, con il vicesindaco a dirigere il coro, continua a proporre slide e dati che danno lustro alla percentuale di raccolta differenziata. Purtroppo, in città i cumuli di rifiuti sono un po’ ovunque. Per il vicesindaco, “oggi siamo davanti ad una scelta, lasciare il servizio così com’è, da chi è gestito e nei modi in cui viene gestito, con un capitolato di appalto risalente al 2014 oppure consentire alla città di vedere ultimate le procedure di affidamento della gara pluriennale e nel contempo della gara transitoria, con maggiore qualità del servizio, con un maggior numero di personale e una maggiore estensione territoriale”. “Oggi – ha proseguito – con l’approvazione del pef, si decide se lasciare tutto com’è oppure avere un nuovo servizio. Se chi lo gestisce attualmente non sarà in grado di ottenere l’affidamento della nuova gara, si potrà anche cambiare gestore”.

Costi alle stelle. Sulle spalle dell’amministrazione comunale, c’è soprattutto il macigno dei quasi dieci milioni di euro di debiti fuori bilancio, che Messinese e i suoi hanno messo su, a forza di servizi aggiuntivi. I manager di Tekra, l’azienda campana che gestisce in proroga il servizio di raccolta e smaltimento, non sembra intenzionata a fare sconti. Fino ad oggi, l’amministrazione comunale, nonostante il valzer degli assessori, non è mai riuscita a strappare il sì dell’aula, che ha sempre bocciato i pef portati in aula e i relativi aumenti delle tariffe Tari. Così, le casse del municipio soffrono maledettamente, non riuscendo a coprire un servizio che da capitolato dovrebbe costare circa sette milioni di euro all’anno ma che è balzato invece a quota dieci milioni, con tanto di inevitabili debiti fuori bilancio e i rimbrotti dei giudici della Corte dei Conti, che hanno rispedito al mittente la “strategia” Messinese-Siciliano sui rifiuti. Anche presentando il nuovo pef, il sindaco e i suoi non hanno mancato di richiamare il passato, con il regolamento sulla differenziata approvato dal consiglio comunale nell’estate di due anni fa, sotto il diktat dell’ennesima ordinanza emergenziale, firmata dall’allora presidente della Regione Rosario Crocetta. Emergenza diventata quasi ordinaria amministrazione, quando l’ex sindaco era a Palazzo d’Orleans, tanto da generare un verdetto negativo del Tar Palermo. I giudici amministrativi, a gennaio, hanno dato ragione all’Ato Cl2 in liquidazione, che tramite il commissario Giuseppe Panebianco, ha contestato tutte le ordinanze sui rifiuti targate Crocetta. “Quello del vicesindaco Simone Siciliano e del sindaco Domenico Messinese – dice la grillina Viriginia Farruggia – è uno stratagemma che non passerà. Certamente, non è stato il consiglio comunale a produrre quasi dieci milioni di euro di debiti fuori bilancio. Il regolamento sulla differenziata venne approvato sotto la pressione dell’ordinanza regionale. In ogni caso, si prevedevano incentivi e premialità in favore degli utenti che differenziano correttamente. Dove sono andati a finire? Non sono mai stati presi in considerazione. I servizi aggiuntivi li ha decisi la giunta, senza peraltro incidere sull’eventuale manodopera, dato che il numero di lavoratori Tekra non ha mai superato il limite fissato da capitolato”. Allo stesso modo, Carmelo Casano esclude che la vicenda dei debiti fuori bilancio sui rifiuti possa essere accostata alle decisioni del consiglio comunale. “Devo dire che io votai contro quel regolamento e gli atti parlano – ammette – era un atto che non mi convinceva, soprattutto in una materia tanto delicata come l’appalto per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. In ogni caso, escludo che si possa addebitare una responsabilità così grande al consiglio”. La “mina” rifiuti è pronta a saltare e in aula si prospetta un nuovo scontro politico, a meno che la giunta non si munisca della classica maggioranza che faccia “il bene della città”. “La posizione del Movimento cinque stelle – conclude invece l’altro grillino Simone Morgana – non cambia. L’aumento del costo complessivo del servizio dipende solo da una scelta arbitraria dell’amministrazione comunale. Sono loro che hanno prodotto quasi dieci milioni di euro di debiti fuori bilancio. Il nostro sarà un no deciso”. Per ora, le “parole dolci” del vicesindaco non sortiscono molti effetti. In aula, i consiglieri si conteranno e il destino del piano economico finanziario e delle tariffe Tari dipenderà proprio dalle loro mosse politiche.

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