Rifiuti ed economia circolare, la tecnologia di Nardo tra le “buone pratiche” dell’Ue

 
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Fabrizio Nardo fondatore di "Antifemo"

Gela. Sul ciclo dei rifiuti, in città, ancora una volta si sono aperti più scenari di crisi, dal rischio di saturazione per Timpazzo e fino ai contrasti sulle modalità di gestione del servizio, passando dalla scelta della Regione di dislocare nell’area industriale il maxi progetto per la Sicilia occidentale. La Commissione europea, quasi come contraltare per una visione diversa della gestione dei rifiuti, ha invece scelto la tecnologia del chimico industriale gelese Fabrizio Nardo, fondatore della start up “Antifemo srl”, che ora rientra tra le “buone pratiche” dell’economia circolare. Np-biotech, è il principale brevetto di Nardo. Lo sviluppo del lavoro del team ha portato alla lista della “European circular economy stakeholder platform”. Una certificazione che di fatto conferma i risultati delle ricerche condotte. Da circa un anno, la base operativa è nel coworking “Progetto Manifattura”, a Rovereto. Le attività di sviluppo portate avanti sono supportate dal’hub green di “Trentino Sviluppo”. Quella di Nardo è stata una scelta precisa. Continua però ad operare anche in Sicilia, dove la tecnologia è nata e viene applicata in un’azienda del calatino, per lo smaltimento sostenibile del pastazzo di agrumi e dei fanghi di depurazione, che diventano compost di qualità e con emissioni quasi del tutto abbattute. “Permettendo alle imprese agroalimentari– spiega – di diventare delle vere e proprie aziende a rifiuti zero”. Nonostante il centro delle sue attività sia ormai concentrato fuori dalla Sicilia, Nardo ha voluto mantenere la sede legale della start up innovativa proprio in città. E’ stato progettato un processo di compostaggio rapido, con un nuovo sistema biocatalizzatore in grado di trasformare in biofertilizzante anche materiali di scarto che non fermentano. Il target principale della tecnologia attualmente è posto sul ciclo di smaltimento e riuso delle aziende del comparto agroalimentare e Nardo ha in programma altre applicazioni, in diverse Regioni. “I vantaggi – fanno sapere da Bruxelles – sono molteplici. Per l’impresa, che oltre a un processo rapido senza preventiva deidratazione degli scarti e senza l’aggiunta di materiale strutturante, non solo non dovrà più pagare per lo smaltimento dei rifiuti ma potrà trarre dei guadagni dagli stessi. Per l’ambiente, che si vedrà beneficiato dall’assenza di emissioni inquinanti, dal risparmio energetico e dal reimpiego nei terreni di un fertilizzante organico certificato dagli studi dell’Università di Pisa, dell’Università di Sassari e del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Infine, per la comunità che beneficerà di un processo circolare e non sentirà cattivi odori provenire dagli stabilimenti industriali agroalimentari”. Il processo elaborato dal chimico-industriale, in precedenza, aveva già ottenuto il riconoscimento di Icesp, attraverso Enea.

Nell’estate di due anni fa, su incarico dell’amministrazione comunale e dell’assessorato all’ambiente, il ricercatore aveva presentato uno studio di fattibilità per un impianto di compostaggio comunale, con l’obiettivo dell’autosufficienza. Nonostante tutte le carte presentate, a Palazzo di Città non si è più dato seguito. Nello studio di fattibilità, Nardo propose tre diverse ipotesi, in base alla capacità di trattamento. Le ipotesi erano da 15 mila tonnellate all’anno, da 25 mila tonnellate o da 50 mila tonnellate. Il progetto, ad emissioni quasi del tutto abbattute, almeno in base agli elementi indicati, avrebbe garantito un risparmio non inferiore al 70 per cento nei costi di gestione del Forsu. Il ricavo netto (come margine operativo lordo) poteva arrivare fino a 4 milioni 200 mila euro all’anno, da proporzionare alla capacità di trattamento scelta. I tempi per l’eventuale messa in esercizio erano calcolati in undici mesi. C’erano stati i pareri favorevoli dell’allora dirigente del settore e del rup, oltre alla disponibilità al finanziamento di Cassa depositi e prestiti. Oggi, la questione rifiuti è tornata a sferzare anche la politica mentre la Regione insiste sull’aumento dei quantitativi da smaltire a Timpazzo, piattaforma integrata che da circa un anno è sottoposta ad una pressione costante.
E’ stato fornito il link di riferimento per acquisire i dati https://circulareconomy.europa.eu/platform/en/good-practices/np-biotech-catalytic-biostabilisation-fast-treatment-citrus-pulp-or-sewage-sludge-rich-biofertiliser

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