Rifiuti, Greco avvisa Pd e attacca Siragusa: “Di Cristina prenda distanze dal delfino”

 
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Greco e l'ex assessore dem Grazia Robilatte

Gela. Un possibile riavvicinamento tra il Pd e il sindaco Lucio Greco passa dai rifiuti. I dem hanno bocciato la Tari, ridotta del cinquanta per cento solo per le utenze non domestiche, ovvero gli esercenti che hanno pagato lo scotto del lockdown e della chiusura. Dall’amministrazione comunale, alla luce del lavoro svolto dall’ex assessore Grazia Robilatte, si attendevano una riduzione generalizzata. Uno dei dirigenti locali del partito, Guido Siragusa, ha ribadito i dubbi sulle scelte della giunta nel settore rifiuti, senza tralasciare che il “nuovo” contratto con Tekra (ad importi rivisti) è stato concluso dopo cinque procedure di gara andate deserte. Greco, se da un lato sembra apprezzare la linea del segretario provinciale Peppe Di Cristina (una rottura “traumatica” del resto non c’è mai stata neanche dopo l’addio del partito alla maggioranza), dall’altro si attende che i dem non seguano quanto sostenuto da Siragusa. L’avvocato è piuttosto chiaro. “Consiglio al segretario provinciale del Pd Peppe Di Cristina, intervenuto nel tentativo di abbassare toni immotivatamente esasperati, di prendere le distanze dalle affermazioni tendenziose e offensive del suo delfino – dice riferendosi indirettamente a Siragusa e senza mai citarlo – essere concilianti a volte non basta e nessun segno di apertura, seppur apprezzabile, può essere utile se si rimane vicini a chi inasprisce il dibattito con precise velleità politiche personalistiche. Un modo di fare nettamente agli antipodi rispetto a quello di altri consiglieri comunali a me vicini, validi e leali, che anche in questa occasione hanno dimostrato il loro autentico e profondo valore e il loro attaccamento alla città”. Greco parla addirittura di “qualche giustizialista non di prim’ordine”, che “confonde le acque e dà inopportune lezioni di legalità”. Secondo il sindaco, che riprende la linea già illustrata dall’assessore Danilo Giordano, i numeri della Tari non potevano essere ridoti, almeno fino a quando non ci sarà un Piano economico finanziario definito e dettagliato (va approvato entro il 31 dicembre). “In questi giorni il dibattito sul Pef e sulla mancata riduzione della Tari ha fatto registrare, da parte di qualcuno, esternazioni prive di logica e di credibilità. Dichiarazioni di questo tipo, assolutamente inaccettabili, si possono rilasciare solo quando si è spinti da rancori politici datati o quando si vuole consolidare la propria posizione all’interno del partito di appartenenza”, aggiunge Greco riferendosi probabilmente a quanto accaduto prima delle amministrative quando Siragusa era tra gli assessori della futura giunta ma nell’arco di una notte le carte cambiarono. I “rancori” politici sono di lunga data. “Con le delibere Arera 443-444 del 31 ottobre 2019 sono stati emanati i nuovi criteri di riconoscimento dei costi di esercizio e di mantenimento del servizio integrato dei rifiuti per il periodo 2018-2021. La scadenza per la presentazione del Pef, alla luce di questi nuovi criteri, è stata prorogata al 31 dicembre 2020 con la possibilità per i Comuni di confermare la Tari 2019 anche per il 2020, salvo conguagli. Questo è il primo motivo per cui non si poteva andare in diminuzione. Inoltre, con delibera del commissario straordinario 20 del 22 marzo 2019, è stato approvato un Pef da coprire con l’applicazione della Tari pari a 10.995.640,22 euro – precisa – ma l’attuale amministrazione ha ereditato debiti nei confronti di Ato Cl2 per circa 16 milioni e contenziosi con la Tekra per i servizi aggiuntivi pari a circa 2 milioni 500 mila euro, oltre a quelli già liquidati per 6,5 milioni e c’è la rateazione e il Comune sta pagando. Costi che sicuramente non sono stati compresi nel Pef 2019. Questo è successo perché il commissario straordinario da un lato ha fatto la transazione, dall’altro ha optato per la domanda riconvenzionale dopo la rinuncia a presentare opposizione ai decreti ingiuntivi. La volontà di abbassare la Tari, se possibile, è strettamente connessa alla redazione del Pef. La riduzione, però, non è così semplice con i nuovi criteri, ed in ogni caso sarà la Srr a predisporre il Pef per tutti i Comuni che ne fanno parte. Pef che, prima dell’approdo in consiglio comunale, dovrà essere validato da Arera”. In realtà, anche Palazzo di Città deve redigere un Piano economico finanziario “grezzo”, tanto da aver deciso di affidarsi ad un consulente esterno. Greco che colpisce forte sul piano politico, spiega inoltre che la sua amministrazione ha speso molto meno per il capitolo rifiuti. “La mia amministrazione, fin dal momento del suo insediamento, non ha riconosciuto alcun costo aggiuntivo in materia di rifiuti – continua – mantenendo lo status quo precedentemente stabilito dal commissario straordinario. Se si vanno a vedere le somme spese dal 2014 ad oggi per il servizio di raccolta differenziata, salta subito agli occhi come il 2019, anno del nostro arrivo alla guida della città, sia quello in cui si è pagato di meno in assoluto”.

In totale, 5.949.365,32 euro, con l’assessorato guidato dalla dem Grazia Robilatte. “Questi dati sono incontrovertibili e una classe politica seria non può prescindere da questi se non vuole apparire poco credibile. Questi numeri sono i soli che dovrebbero orientarci nella nostra azione e la cosa che più mi amareggia e meraviglia – conclude – è che chi parla li conosce bene, dato il ruolo avuto in consiglio comunale negli ultimi anni. Mi sorge il sospetto che lo faccia di proposito, per creare malumori e confusione”. Il Pd che non riesce ancora a scrollarsi di dosso l’esperienza “arcobaleno” a supporto di Greco, ora deve prendere posizione. L’affondo dell’avvocato è pesante e in vista dei congressi del partito, i dirigenti dovranno dare una linea ben precisa, con la giunta oppure all’opposizione.

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