Rifiuti in strada, assolti Messinese, Siciliano e Zanone: a processo Balestrieri

 
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Il gup ha emesso decisioni favorevoli sia per l'ex sindaco che per il suo vice

Gela. L’emergenza rifiuti dell’aprile di due anni fa, con i cumuli ammassati in strada, non fu responsabilità dell’ex sindaco Domenico Messinese, del suo vice Simone Siciliano (che aveva anche la delega all’ambiente) e del dirigente Patrizia Zanone. Il gup Marica Marino ha assolto l’ex assessore e il dirigente, che attraverso i loro legali avevano scelto il rito abbreviato. La decisione è stata emessa con la formula “per non aver commesso il fatto”. Le difese, sostenute dagli avvocati Rocco La Placa, Franca Gennuso e Francesco Furnari, sono riuscite a dimostrare che vennero rispettate tutte le procedure. Secondo la linea emersa, anche a seguito della produzione di provvedimenti amministrativi ufficiali, non ci fu alcuna omissione di atti d’ufficio, accusa che i pm della procura contestavano ai tre imputati. Il pm Luigi Lo Valvo ha invece chiesto la condanna a due mesi di reclusione per Siciliano e a quattro mesi per il dirigente. Il gup ha disposto l’assoluzione. L’indagine partì dopo lo stop ai servizi aggiuntivi, che era stato deciso dall’allora amministrazione comunale. In poche settimane la città si trovò immersa in un’emergenza totale. Ci fu la necessità di autorizzare la rimozione dei cumuli, presenti ovunque lungo il perimetro urbano. Il non luogo a procedere è stato disposto per l’ex sindaco, come chiesto dal suo legale, l’avvocato Venere Salafia. Messinese non aveva optato per riti alternativi. Secondo le accuse, avrebbe autorizzato il fermo dei servizi aggiuntivi, favorendo l’emergenza. Anche in questo caso, il gup ha escluso la responsabilità dell’ex grillino.

Il rinvio a giudizio, come chiesto dal pm, è invece stato deciso per l’altro imputato, l’imprenditore campano Alessio Balestrieri, ai vertici della Tekra, l’azienda che ancora oggi gestisce in proroga il servizio rifiuti in città. Per i pm della procura, ci sarebbe stata un’interruzione di pubblico servizio. La difesa dell’imprenditore, con l’avvocato Sinuhe Curcuraci, ha invece insistito per l’assoluta regolarità della condotta della Tekra e dei vertici societari, che si sarebbero limitati solo a rispettare le decisioni amministrative assunte dall’allora giunta. L’imprenditore però dovrà difendersi in dibattimento.

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