Rifiuti nucleari, c’è ancora Butera tra i potenziali siti per lo stoccaggio

 
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Il sit-in di un anno fa nella zona individuata da Sogin

Butera. Trapani, Calatafimi-Segesta, Castellana Sicula, Petralia, Butera. Sono questi secondo la Sogin, i cinque siti individuati in Sicilia idonei allo stoccaggio dei rifiuti nucleari. La mappa delle cinque località siciliane contiene gli stessi luoghi indicati nel 2021 e comunicati nei giorni scorsi al ministero della Transizione Ecologica, insieme agli altri siti in tutta Italia che formano la proposta di Carta Nazionale delle Aree Idonee (Cnai) ad ospitare il Deposito Nazionale per i rifiuti radioattivi e Parco Tecnologico. La Sogin è la società pubblica responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi prodotti dalle attività industriali, di ricerca e di medicina nucleare. La pubblicazione della Carta nazionale avvierà adesso la fase di concertazione che ha l’obiettivo di raccogliere le manifestazioni di interesse, non vincolanti, a proseguire il percorso, da parte delle Regioni e degli enti locali, nei cui territori ricadono le aree idonee, con l’obiettivo di arrivare a una decisione condivisa del sito nel quale realizzare il Deposito nazionale. La “Carta”, quindi l’elenco ristretto dei siti idonei allo stoccaggio dei rifiuti radioattivi, ricevuta dal ministero è stata elaborata sulla base della documentazione raccolta, contenente proposte e osservazioni. Oltre 25 mila pagine comprendenti tutti gli atti prodotti (documenti, studi, relazioni) e le cartografie. A questo punto il ministero della Transizione Ecologica dovrebbe approvarla, non prima di avere sentito l’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione e di concertare il Decreto con il ministero delle Infrastrutture. L’area che verrà scelta sarà oggetto di ingenti investimenti per la realizzazione delle infrastrutture sotterranee e di studio, fuori terra, nella quale verrebbero stoccati, in assoluta sicurezza “circa 78.000 metri cubi di rifiuti radioattivi – si legge nel sito depositonazionale.it – a molto bassa e bassa attività, la cui radioattività decade a valori trascurabili nell’arco di 300 anni”. “Di questi rifiuti, – riporta il sito web – circa 50.000 metri cubi derivano dall’esercizio e dallo smantellamento degli impianti nucleari per la produzione di energia elettrica, circa 28.000 metri cubi dagli impianti nucleari di ricerca e dai settori della medicina nucleare e dell’industria”. L’individuazione di Butera tra i siti potenziali aveva creato lo scorso anno diverse proteste da parte di associazioni e cittadini. Anche la politica locale, con i sindaci di diversi Comuni limitrofi all’area, aveva organizzato un sit-in per scongiurare il rischio che il deposito venisse realizzato tra le campagne della Piana.

Anche la regione Siciliana aveva ribadito la sua contrarietà già lo scorso maggio, attraverso una delibera di giunta che elencava le controdeduzioni sui quattro siti individuati nell’Isola. Posizioni che non cambiano neanche adesso come conferma il sindaco di Butera Filippo Balbo. Secondo il primo cittadino buterese, la comunità è pronta a fare le barricate per preservare il territorio. La decisione del Ministero dovrebbe arrivare nei prossimi mesi. Secondo il cronoprogramma tutto dovrà realizzarsi entro il 2029, anche se probabilmente la guerra tra la Russia e l’Ucraina potrebbe accelerare i tempi decisionali.

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