Rifiuti pericolosi smaltiti in cave ed ex discariche, i tecnici della Regione in città: in ballo le bonifiche

 
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Gela. Giovedì prossimo, nuovo confronto tra i tavoli della Regione. Sopralluoghi nelle aree indicate. Al centro della riunione, gli interventi di bonifica da estendere oltre i confini del Sito d’interesse nazionale. A spingere affinché si possano attuare azioni esterne alle aree già perimetrate, ci sono soprattutto gli esponenti della Lipu locale, ente gestore della riserva orientata Biviere e attivamente impegnati nel tavolo di confronto. “Credo che già lunedì – spiega Emilio Giudice – verranno effettuati i primi sopralluoghi in alcuni siti da noi indicati ed inseriti nella cartografia che abbiamo già presentato in Regione”. Al centro delle verifiche, ci sono anche ex cave che, in passato, sarebbero state utilizzate per smaltire rifiuti speciali e scarti di produzione degli idrocarburi. “Siamo certi che alcuni siti di questo tipo – continua Giudice – siano serviti proprio per smaltire rifiuti pericolosi mai finiti nelle discariche autorizzate. Per questo abbiamo chiesto che le bonifiche vengano effettuate in siti sensibili come, tra gli altri, quello dell’ex discarica della zona di Settefarine e in una cava che si trova a monte del Biviere. Non ci si può limitare ai soli siti autorizzati”.

I siti trivellati. La prossima settimana, quindi, dovrebbero arrivare in città i tecnici regionali che effettueranno i sopralluoghi. Un tema che dovrebbe essere ripreso anche nel corso del vertice ministeriale del 18 febbraio. Nella cartografia preparata dalla Lipu non mancano neanche quelle aree che sono state al centro di esplorazioni e trivellazioni da parte dei tecnici del gruppo Eni. “Ovviamente – conclude Giudice – ci riferiamo non solo a quelle che, ancora oggi, ospitano pozzi attivi gestiti da Enimed ma soprattutto a quelle che, una volta trivellate, non hanno comunque garantito risultati. In ogni caso, sono state al centro di attività pericolose sul piano soprattutto degli scarti prodotti”.   

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