Rimozione cumuli, sospetti sull’affidamento: anche il Comune chiamato in giudizio

 
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I cumuli vennero rimossi d'urgenza a causa dell'emergenza sanitaria

Gela. Secondo i pm della procura, ci sarebbero state irregolarità nell’affidamento del servizio straordinario per la rimozione urgente dei cumuli di rifiuti, che si erano ammassati lungo le strade della città, tre anni fa, durante la gestione dell’ex giunta Messinese. Ora, anche il Comune potrebbe essere chiamato a risponderne. Le attività, nell’aprile di quell’anno, vennero affidate alla società locale “Licata Clean service”, comunque estranea all’indagine. Davanti al gup, sono finiti l’allora dirigente del settore ambiente, Patrizia Zanone, e il funzionario comunale, Rocco Incardona. Secondo le contestazioni, avrebbero favorito l’affidamento dei lavori alla “Licata clean”, inducendo un’altra azienda del settore, la “Roma Costruzioni”, a non rispondere all’avviso. Al titolare, l’imprenditore Giuseppe Romano, che poi segnalò l’accaduto, sarebbe stato spiegato che non c’erano i fondi per assicurare la copertura economica del servizio e i relativi pagamenti. Secondo gli inquirenti, si sarebbe trattato di un abuso amministrativo, solo per favorire l’azienda poi assegnataria, a discapito di possibili concorrenti. Romano è parte civile nel procedimento e il suo legale, l’avvocato Angela Aiello, ha chiesto la chiamata in giudizio del Comune, come responsabile civile. Il gup deciderà a fine giugno, proprio sulla chiamata dell’ente.

I cumuli vennero rimossi, anche con l’uso di mezzi speciali, evitando conseguenze igienico-sanitarie. Dopo la segnalazione di Romano, partirono le indagini. I due imputati hanno sempre escluso presunte irregolarità. Sono difesi dagli avvocati Franca Gennuso, Rocco La Placa e Tommaso Vespo.

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