Rinzivillo e i suoi fiancheggiatori, pesanti condanne chieste da Dda: diciotto anni al boss

 
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Gela. Oltre novanta anni di carcere. Sono pesanti le richieste formulate dai pm della Dda di Caltanissetta nei confronti dei presunti sodali di Salvatore Rinzivillo, ritenuto il nuovo boss dell’omonima famiglia di Cosa nostra. Al termine di una requisitoria fiume, per la quale sono state necessarie diverse udienze, dai banchi dell’accusa è stato tracciato un approfondito spaccato dei presunti affari illeciti e dei collegamenti che Rinzivillo avrebbe avuto in Italia e all’estero. Per il fratello degli ergastolani Antonio Rinzivillo e Crocifisso Rinzivillo, sono stati chiesti diciotto anni di reclusione. Dodici anni, invece, per il suo presunto luogotenente Ivano Martorana, attivo soprattutto in Germania. Dieci anni e otto mesi al carabiniere Marco Lazzari, dieci anni ad Aldo Pione, otto anni per Emanuele Romano e Rosario Pione, sei anni e otto mesi a Gaetano Massimo Gallo, cinque anni e otto mesi a Rolando Parigi, cinque anni e quattro mesi per l’avvocato Giandomenico D’Ambra, Alessandro Romano e Filippo Giannino, L’unica assoluzione è stata indicata per Giuseppe Flavio Gallo. Sono stati tutti coinvolti nell’inchiesta “Extra fines-Druso”, che ha toccato diverse regioni della penisola, ma anche l’estero. Avrebbero tutti avuto un ruolo nelle estorsioni e nella gestione delle armi a disposizione della famiglia che si stava riorganizzando, puntando anche su settori economici strategici come l’ingrosso di ortofrutta e quello ittico su larga scala, attraverso società di fiducia. Il presunto boss sarebbe riuscito ad ottenere l’accesso ad informazioni riservate attraverso i carabinieri Lazzari e Cristiano Petrone e nell’inchiesta è finito l’avvocato D’Ambra. Altri filoni processuali, partiti dalla stessa operazione, vedono imputati presunti complici.

Successivamente, venne messo a segno anche il blitz “Extra fines-Cleandro”, che ha consentito di fare ulteriore luce sui presunti canali della droga battuti da Rinzivillo e dai suoi fiancheggiatori. Dopo le richieste formulate dai pm della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta, toccherà ai legali di difesa replicare. Tra questi, gli avvocati Roberto Afeltra, Cristina Alfieri, Francesco Enia, Giuseppe D’Acquì, Rocco Guarnaccia, Giovanni Lomonaco, Michele D’Agostino, Umberto Goffi, Angelo Pacchioni, Patrizio Mercadante, Domenico Mariani, Giuseppe Minà, Francesco Maggiolini e Pierpaolo Dell’Anno. Gli imputati hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato.

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