Rischia di fermarsi la lotta alla pedofilia, soldi per tutti ma non per Meter

 
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Gela. Impegnata da vent’anni nella lotta contro la pedofilia e la violenza rivolta ai minori, l’associazione siciliana Meter rischia di chiudere. La causa: la mancata erogazione, dal 2012, del contributo pubblico da parte della regione.

Nata dall’opera instancabile di Don Fortunato di Noto,  l’associazione ha sede nazionale ad Avola ma è presente in altre nove città siciliane come Gela, Ragusa, Modica; Ispica, Noto, Aci castello, Piazza Armerina, Palermo e Agira. Un’opera che è riuscita ad estendere la sua operatività sia nel resto d’Italia (Roma, Lecce, Brindisi, Padova e Milano) sia in Europa grazie all’attività dei gruppi territoriali nel Paraguay, in Romania e in Belgio.

Una prestazione silenziosa e competente che si avvale di innumerevoli meriti; tra questi, l’assistenza, attraverso percorsi giudiziari e psicologici, a 1200 vittime di abuso  tra le quali una bambina di Piazza Armerina divenuta oggetto di violenza da parte di 11 indagati  dal Tribunale di Gela in un processo che dura da ben cinque anni. E poi, 2600 convegni  promossi in giro per il mondo; circa un milione di siti pedopornografici denunciati; più di 60 mila quelli monitorati nel deep web, la zona franca del web, prediletta dai pedofili e dai pedocriminali in quasi perfetto anonimato (dati riscontrabili presso gli uffici del  ministero dell’Interno in virtù della convenzione siglata nel 2008 tra Meter Onlus e polizia postale); oltre 25 mila le segnalazioni di emergenza accolte dal numero verde dell’associazione.

“Prima la decurtazione del contributo e adesso la sua mancata concessione. – afferma don Di Noto- La natura della nostra opera più concreta è invisibile perché la materia che trattiamo ci impone la massima riservatezza nel rispetto della privacy. Ma la massiccia mole dei casi trattati e i risultati ottenuti sono visibili a tutti, di facile reperibilità attraverso la consultazione dei report ufficiali. Tra poco presenteremo e diffonderemo un report inerente l’anno 2013.  Negli anni abbiamo ricevuto riconoscimenti e plausi dalle più alte cariche dello stato; l’ultima incoraggiante benedizione, da parte di Papa Francesco in occasione dell’inaugurazione della casa Meter, la struttura che si occupa dell’accoglienza dei piccoli feriti, nel corpo e nella psiche, a seguito di un abuso sessuale.  Vorremmo tanto proseguire la missione di tutela ma per farlo dovremmo continuare a circondarci di figure professionali altamente specializzate. Per questo reputo  pessimo  e preoccupante il segnale  che sottovaluta tale impegno. Siamo stati tra i primi a denunciare lo squallido fenomeno dell’infantofilia, ovvero il traffico on line di bambini dai zero ai due anni”.

“Non meno preoccupanti, sono le dinamiche che si stanno diffondendo tra le giovani generazioni-  ci spiega la dottoressa Stefania Pagano, responsabile della sede di Gela, sita in via ossidiana.- Un esempio fra tutti, il sexting, ossia la tendenza di divulgare immagini sessualmente esplicite attraverso i social network o le app di messaggistica mobile. Con il nostro intervento ci siamo accorti che questo fenomeno, o quello del bullismo e il cyber bullismo sono ormai ben strutturati ;  non trascuriamo, perciò,  la prevenzione e la sensibilizzazione nelle scuole; rivolte sia ai minori, affinchè possano comprendere l’importanza di una sana cultura del corpo e della sessualità, sia ai genitori che difficilmente riescono ad imporre il proprio ruolo. Occorre che tutto questo non cessi di esistere”.

 

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