“Rispettare protocollo e servono investimenti”, Alario: “Mancati risultati da politica abulica”

 
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Gela. Gli investimenti fermi e l’assenza di attrattiva economica del territorio locale sono ostacoli, ad oggi, quasi insormontabili. I vertici, provinciali, regionali e nazionali dell’Ugl, l’hanno ripetuto durante il dibattito avviato con l’unione territoriale. Il segretario confederale Andrea Alario, nella sua relazione, è stato ancora una volta molto critico verso la politica, additata come “abulica” e “abbarbicata su vecchie posizioni”. L’esempio più calzante, tra i tanti, secondo il sindacalista va rintracciato nei ritardi che hanno portato al definanzimento dei trentatré milioni di euro del Patto per il Sud, calato come una mannaia sulla città. Nel corso dei lavori, è intervenuto il vicepresidente della Regione Gaetano Armao, che si è brevemente soffermato sul tentativo, da parte del governo regionale, di recuperare soldi e progetti per Gela. Secondo Alario, fondamentale diventa adeguarsi ai nuovi principi dell’economica circolare, ha insistito molto su questo concetto, ma anche dare certezze sull’inserimento della città tra le Zone economiche speciali, che dovrebbero favorire maggiori investimenti nel territorio. Tra nord e sud della provincia, stando alla sua disamina, non ci sarebbe molta differenza, dato che l’intero territorio sconta ritardi enormi. “Il sindacato deve avere un ruolo di proposta, attivo nel processo decisionale – ha detto ancora – questo vale a cominciare dal rispetto del nuovo protocollo firmato da Eni e Ministero dell’ambiente”. Al tavolo con Alario, c’erano i vertici dell’Ugl, il segretario regionale Giuseppe Messina, il vicesegretario confederale Luigi Ulgiati, il segretario confederale Ugl Vincenzo Abbrescia e il componente della segreteria confederale Giovanni Condorelli. “Per cambiare volto – ha concluso Alario – servono infrastrutture e progettualità, con un ritorno cero in tema di investimenti”.

L’Ugl, cinque anni fa, quando si trattò di firmare il protocollo di intesa, che ha poi avviato la fase di riconversione green della raffineria Eni, aveva già chiesto vere garanzie, così da evitare la perdita di posti di lavoro e una crisi che si fa sentire.

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