“Rsu monitoreranno i lavori della green”, confronto sindacati-Eni: Emiliani, “aspettiamo Enimed”

 
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Gela. I lavori della nuova green refinery, che dovrebbe essere operativa entro fine anno, stanno proseguendo. Sindacati e dipendenti, però, cercano di avere in mano dati certi, soprattutto sul fronte occupazionale. Così, ieri, nuovo incontro tra i chimici della triade di Cgil, Cisl e Uil e i vertici di raffineria. L’azienda conferma quanto sostenuto ormai da mesi, con date e numeri, messi anche sui tavoli istituzionali. A verificare l’andamento dei lavori saranno direttamente le rsu, attraverso un monitoraggio pratico, impianto per impianto. Proprio i dipendenti destinati alla nuova green refinery, inoltre, sosterranno una sorta di periodo di formazione, sia teorico che pratico, con trasferte negli altri siti di Eni, dove la produzione green è già in atto. “E’ stato un incontro che chiedevamo da tempo – dice il segretario provinciale della Femca Cisl Francesco Emiliani – vogliamo avere certezze sul fronte di raffineria e sarà importante il ruolo di verifica delle nostre rsu, che hanno il vero polso della situazione sul campo”. Lo stesso Emiliani e i colleghi Gaetano Catania (Filctem-Cgil) e Maurizio Castania (Uiltec) hanno più volte pressato per tentare di avere un quadro esatto delle strategie del gruppo, che nel sito di contrada Piana del Signore ha scelto di avviare la produzione dei carburanti green, abbandonando quella tradizionale. Riconversione che si è trasformata in un macigno, soprattutto per i tagli nell’indotto.

Il calo di Enimed. Ma la triade, da tempo, chiede che ci possano essere linee strategiche precise anche negli altri settori, a partire dall’upstream. “Dal ministero non è mai giunta una nuova convocazione – spiega ancora Emiliani – credo, comunque, che a breve Enimed e Syndial scioglieranno le ultime riserve, con indicazioni dettagliate e incontri fissati. Come abbiamo più volte ribadito, se non dovesse accadere, noi siamo pronti a mobilitarci”. Le mosse di Enimed, non solo in città ma anche negli altri siti siciliani, stanno preoccupando i sindacati. A Ragusa e a Gela, la produzione, stando ai dati di recente esposti, è in picchiata e i sindacati temono per il prossimo futuro dell’upstream, in attesa che si concretizzi il progetto della base a terra, alternativa individuata all’originaria piattaforma Prezioso K.

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