Saggista inglese racconta lo sbarco alleato, Mulè: “Gela potrebbe attrarre turisti come in Normandia”

 
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Holland ha intervistato tre testimoni dello sbarco alleato sulla costa locale

Gela. Puntare su un turismo, anche del passato militare. Nuccio Mulè lo chiede da tempo e negli ultimi giorni ha ricevuto la visita di un saggista inglese, James Holland, interessato a ricostruire le testimonianze di chi c’era al momento dello sbarco alleato sulle coste locali. Lo scrittore britannico è autore di decine di pubblicazioni sul tema della seconda guerra mondiale. Attraverso Mulè, ha avuto la possibilità di intervistare tre testimoni di quelle giornate, che hanno ricordato i momenti dell’arrivo dei militari lungo la spiaggia, a ridosso della centro abitato. “L’arrivo a Gela di Holland e del belga Steven Crombez della rete televisiva nazionale belga, giunto la scorsa settimana, sono dovute alle conoscenze di Filippo Spadi, responsabile di “Gotica Toscana”, un’associazione che si occupa di storia recente legata all’ultima guerra, a suo tempo da me contattato – dice Mulè – Spadi è lo stesso che nel settantesimo anniversario dello sbarco alleato, mentre in città era presente l’ambasciatore americano David Thorne, fece arrivare una quarantina di mezzi bellici della Seconda Guerra Mondiale che, per l’occasione, sfilarono sul lungomare”. Mulè parla dell’importanza dell’archeologia militare.

“La presenza di questi personaggi, interessati alle vicende dello sbarco alleato del 1943, peraltro con la produzione di saggi e filmati, potrebbe risultare sicuramente importante per l’archeologia militare di Gela e della stessa Sicilia, purché l’istituzione locale e quella regionale approntassero un progetto per far conoscere meglio questa risorsa e per pubblicizzarla in ambito nazionale e internazionale. Agli anniversari dello sbarco degli alleati in Normandia partecipano annualmente milioni di persone provenienti da tutto il mondo, generando un flusso turistico che porta benessere continuo a quella regione – conclude – da noi, al di là di qualche sporadica visita turistica e di qualche manifestazione, purtroppo non succede nulla. Intanto, i fortini e quanto rimane della nostra archeologia militare, si vanno gradatamente deperendo sia per l’usura del tempo sia perché la Regione Siciliana, che si sappia, non ha mai provveduto al loro vincolo archeologico. E’ miracoloso che ancora i proprietari dei terreni non li abbiano fatti sparire così come è accaduto alla pista aerea dell’allora regio aeroporto di Ponte Olivo, che è stata completamente smantellata”.

2 Commenti

  1. Sig. Mule lei una persona colta e intelligente, fa tutto per mettere a conoscenza la storia di Gela, ha fatto in modo venissero futscavi archeologici fuori da poter fare conoscere. Purtroppo Gela e circondata da amministrazione politica ignorante con poco cervello qui giace l’ignoranza pura della politica .

  2. Sig. Mule lei una persona colta e intelligente, fa tutto per mettere a conoscenza la storia di Gela, ha fatto in modo venissero futscavi archeologici fuori da poter fare conoscere. Purtroppo Gela e circondata da amministrazione politica ignorante con poco cervello qui giace l’ignoranza pura della politica .

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