San Francesco d’Assisi, un esempio di vita e di amore verso il prossimo

 
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Gela. L’uomo della povertà, l’uomo della pace, l’uomo che ama e custodisce il Creato. È stata questa la missione terrena di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia, che nella giornata di oggi è festeggiato in tutto il mondo. Oggi, anche in città, nella chiesa omonima, il santo sarà venerato dai fedeli. Stamani, la santa messa con i bambini delle scuole. Nel pomeriggio la benedizione degli animali alle 18, successivamente la preghiera del Rosario e la coroncina a San Francesco; alle 19.00 Solenne Celebrazione Eucaristica presieduta da Don Ildebrando Scicolone – Abate emerito di San Martino delle Scale, con la presenza delle Autorità Civili e Militari. “La città di Gela vive questa esperienza ormai da anni – dichiara don Lino Di Dio – sia nella parrocchia di San Francesco d’Assisi che nella chiesa dei Frati minori cappuccini. In questi giorni abbiamo celebrato il triduo al santo patrono d’Italia, predicato da don Salvatore Rindone, con un attenzione particolare verso il mondo della sofferenza, gli operatori pastorali ed i nonni custodi delle nostre famiglie. Francesco è l’araldo del Vangelo, perché è riuscito a depositare le armi non solo di quel tempo, perché il suo sogno era quello di diventare cavaliere, ma soprattutto quelle dell’orgoglio, della superbia, della vendetta, utilizzando invece quelle che sono le armi della pace e della gioia. Francesco è colui che incarna la povertà. Con lui c’è stato un risvolto, quello di cui la Chiesa oggi ha bisogno e non per caso il Signore ci ha mandato questo Francesco che è il Sommo Pontefice.”

Una vita dedicata al prossimo, un esempio che aiuta a scoprire il legame profondo tra la povertà e il cammino evangelico. Un esempio di vera pace interiore che può essere d’esempio per tutte quelle persone che vivono tante difficoltà.”La preghiera che oggi affido al Signore, attraverso l’intercessione di San Francesco, per tutta la comunità gelese – continua – è quella che chiede che si possano  creare ponti di pace. Noi gelesi siamo sempre pronti a criticare, giudicare e non siamo costruttori di pace. Oggi, forse, in questo periodo di crisi che la città sta vivendo, San Francesco ci chiede di stare tutti uniti: chiesa,  amministrazione, coloro che sono impegnati nel mondo del volontariato, uomini politici. tutti uniti per la pace. Questa pace nasce dal cuore. Se siamo in pace con noi stessi, con Dio, siamo in pace con chiunque e si diffonde a macchia d’olio questa pace. Quindi – conclude – meno critiche, meno giudizi, ma vivere nell’unità, costruendo ponti e non muri.”

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