“Scarpe di marca tedesca troppo belle”, gli ordini dei Rinzivillo…armi e minacce per i lavori a Manfria: gli “affari” con un dipendente della Regione

 
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Gela. “Ti regalerò scarpe di marca tedesca troppo belle”.


I colloqui in carcere con i fratelli. Salvatore Rinzivillo, il presunto nuovo reggente dell’omonima famiglia mafiosa, dopo anni di assenza, solo di recente avrebbe ripreso ad avere colloqui in carcere con i fratelli Antonio e Crocifisso, storici vertici del clan, reclusi sotto regime di 41 bis. Per gli investigatori, nel corso degli incontri, sarebbe stato utilizzato un linguaggio criptico, per indicare al fratello libero quali dovevano essere le nuove rotte degli affari del clan. “Le scarpe di marca tedesca” sarebbe stata l’espressione utilizzata dai capi detenuti per ordinare a Salvatore di concentrarsi sul traffico di droga che avrebbe avuto importanti riferimenti proprio in Germania, a cominciare da Ivano Martorana. Salvatore Rinzivillo, dopo la sua scarcerazione, avrebbe iniziato a riorganizzare la famiglia, partendo da Roma, storica base del gruppo. “Allora, dammelo a vita il 41 bis”, in più occasioni, durante i colloqui in carcere, Crocifisso Rinzivillo si sarebbe lamentato della continua sottoposizione al regime del carcere duro. Lo faceva davanti al fratello Salvatore ma anche alla sorella. Crocifisso e Antonio Rinzivillo, quindi, avrebbero assegnato la reggenza a Salvatore, che intanto aveva ripreso a farsi vedere in città, dopo anni di assenza.

Il summit di mafia. In città, c’erano gli uomini di fiducia. Il “regno” di Salvatore Rinzivillo passava per diverse società, soprattutto del settore ittico. A fargli da spalla, almeno stando agli investigatori, c’erano Carmelo e Angelo Giannone, padre e figlio, titolari di società che commercializzano prodotti ittici all’ingrosso. In uno dei capannoni a disposizione dei Giannone, si sarebbe tenuto un vero e propria summit di mafia, ricostruito per intero dai poliziotti del commissariato e da quelli della squadra mobile di Caltanissetta. Salvatore Rinzivillo incontrò il boss del mandamento di Polizzi Genorosa Tony Maranto. I rapporti tra i due sarebbero stati molto frequenti. In città, però, Salvatore Rinzivillo mirava a garantire i suoi uomini. Insieme a Luigi Rinzivillo e Vincenzo Mulè, il capo, nell’agosto di un anno fa, iniziò a far pressioni sui responsabili del Consorzio Divina Acquedotti, impegnati nei lavori di realizzazione della rete idrica a Manfria. Vincenzo Mulè andava assunto e per questo ci furono diversi colloqui con uno dei tecnici del consorzio.

Le armi. Gli uomini di Salvatore Rinzivillo non avrebbero temuto neanche di girare armati. Almeno una pistola clandestina e una calibro trentotto sarebbero passate tra le mani dei presunti fedelissimi del cinquantasettenne. Armi che venivano utilizzate per minacciare possibili concorrenti nel mercato del pesce, ma anche chi non aveva saldato eventuali debiti. Rosario Cattuto una pistola l’avrebbe portata con sé durante una delle sue sortite a Roma, dove gli investigatori, compresi quelli del Gico della Guardia di finanza, hanno ricostruito vere e proprie intimidazioni ai danni di esercenti ed imprenditori.

La società immobiliare di Guarnaccia. Rinzivillo, però, aveva capito che i soldi potevano passare anche dal mercato immobiliare. In questo caso, il suo referente sarebbe stato un dipendente della Regione, il sessantaduenne Filippo Guarnaccia. La società immobiliare costituita insieme ai figli, secondo le accuse, sarebbe stata controllata direttamente da Salvatore Rinzivillo. I contatti tra Guarnacia e Rinzivillo erano costanti, fino a toccare affari immobiliari da realizzare in Romania. Ma Guarnaccia, avrebbe fatto anche da referente in incontri romani. Al telefono, in un’occasione, spiegava a Rinzivillo di trovarsi proprio a Roma, dove stava per incontrare qualcuno che “è nda combriccola ca fici acchianari u sinnacu nuovo”, probabilmente riferendosi all’elezione di Virginia Raggi. Per contattare Rinzivillo, Guarnaccia avrebbe spesso utilizzato un’utenza telefonica intestata alla Regione, seppur nella sua disponibilità.

Gli indagati negano le accuse. Intanto, dopo il blitz, sono iniziati gli interrogatori di garanzia. Nelle scorse ore, davanti al giudice delle indagini preliminari del tribunale di Caltanissetta si sono presentati alcuni degli indagati. Rosario Cattuto, difeso dai legali Giovanna Cassarà e Lucio Greco, ha respinto le accuse. Non avrebbe fatto parte del presunto gruppo Rinzivillo. In base a quanto dichiarato, le sue conoscenze erano solo da legare a rapporti lavorativi. Si sono difesi Giuseppe Licata, Carmelo e Angelo Giannone, con gli avvocati Flavio Sinatra e Raffaela Nastasi. Accuse contestate, inoltre, da Liborio Bongiorno e Claudio Mauro.

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