Schianto mortale sulla 626, in appello condanna ridotta: familiari vittime, “molto amareggiati”

 
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Lo scontro mortale su un tratto della 626

Gela. Abbiamo riferito della condanna, ridotta in appello, per il giovane accusato di omicidio stradale plurimo e lesioni, a seguito del terribile incidente che si verificò su un tratto della statale 626 Gela-Caltanissetta. Morirono il sedicenne Angelo Scalzo e l’ambulante riesino Giuseppe Danese. Altre due giovani subirono conseguenze. Sulla vettura condotta dall’imputato c’erano Scalzo e le due giovani. Stavano rientrando in città dopo le prove di esami per il patentino di guida, sostenute a Caltanissetta. I giudici della Corte d’appello nissena, ad inizio mese, hanno concluso per la condanna a cinque anni e quattro mesi a fronte dei sette anni e quattro mesi, disposti invece in primo grado. Le famiglie delle vittime, parti civili nel procedimento assistite dal legale Rita Parla (per conto della società Giesse Risarcimento Danni), si sarebbero aspettate una conferma piena, anzitutto per le gravissime perdite subite.

“La speranza era che venisse confermata in toto la sentenza di primo grado – spiegano – è impossibile nascondere l’amarezza per questa rideterminazione della pena, i nostri cari quel tragico giorno se ne sono andati per sempre ma ora il timore è che, ad ogni grado di giudizio, chi ne ha irresponsabilmente causato la morte possa ottenere una pena sempre più bassa. Le famiglie vittime, come noi, di simili orribili tragedie non sono realmente tutelate dalla legge italiana. Ci sentiamo amareggiati e abbandonanti”. Attendono di valutare le motivazioni che saranno depositate dai magistrati di secondo grado. “Anche in questo secondo grado di giudizio – conclude l’avvocato Rita Parla – i giudici non hanno concesso neppure una sola attenuante, ad ulteriore riconferma della piena responsabilità dell’imputato. Partendo però da una pena base inferiore a quella conteggiata dal giudice di primo grado, hanno rideterminato al ribasso l’entità della condanna. Attenderemo ora le motivazioni della sentenza per comprendere le ragioni di una tale scelta”.

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