Schianto sulla 117, morti due coniugi: accuse ad un giovane, i periti danno versioni discordanti

 
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Gela. Lo schianto mortale, lungo la 117 bis Gela-Catania, costò la vita ai coniugi Rosario Votadoro e Maria Reale che si trovavano a bordo della loro Lancia Y insieme alle due figlie. Lo schianto sulla Gela-Catania. A processo, per rispondere di omicidio colposo, c’è il giovane Marco Catalano. Era ala guida della Renault Clio che avrebbe impattato con la Lancia Y. Davanti al giudice Lirio Conti, la dinamica di quel terribile incidente è stata ricostruita da due periti, quello nominato dalla procura e un esperto di parte, scelto dalla difesa dell’imputato, rappresentata in aula dall’avvocato Fabrizio Ferrara. I due tecnici, però, hanno illustrato ricostruzioni diametralmente opposte. Per l’ingegnere Girolamo Vitellaro, perito della procura, sarebbe stata la Renault Clio ad invadere la corsia della Lancia Y, che percorreva la 117 in direzione di Catania. La vettura, guidata dallo stesso Catalano e con a bordo altri due giovani, avrebbe superato il limite di velocità consentito, raggiungendo i 114 Km/h. Velocità ricostruite attraverso i dati della scatola nera gps installata sulla Lancia Y che, invece, transitava a 78 km/h. Dati, però, scartati dal perito della procura rispetto alla ricostruzione dell’effettiva posizione delle due auto. L’ingegnere ha comunque confermato che l’impatto sarebbe stato causato proprio dalla Renault Clio. Del tutto diversa, invece, la ricostruzione fornita dal perito di parte che ha risposto alle domande del pm Pamela Cellura, del difensore e dello stesso giudice Lirio Conti. “Ad invadere la corsia – ha detto – è stata la Lancia Y che era in condizioni assolutamente inadeguate e, oltretutto, carica di bagagli. Ritengo che non fosse in grado di rispondere alle sollecitazioni del tratto di curva dove si è verificato lo schianto”. Per i due coniugi niscemesi non ci fu niente da fare, morirono sul colpo. Riuscirono a salvarsi, invece, le due figlie. I giovani a bordo della Renault Clio stavano ritornando a Gela, dopo essersi recati a Catania. Chiuso il confronto tra periti, altri testimoni verranno sentiti alla prossima udienza.   

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