“Se Greco ha un’appartenenza politica lo dica”, Faraci: “Stanchi di due pesi e due misure”

 
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Il consigliere comunale Rosario Faraci

Gela. “Due pesi e due misure”. Per i civici lo status quo attuale della maggioranza non è sostenibile. Da tempo, soprattutto i gruppi di “Una Buona Idea” e “Impegno Comune” chiedono un confronto al sindaco Lucio Greco e al resto della maggioranza. Non sembrano più disposti a sobbarcarsi il peso politico dell’alleanza, quasi come una traversata in solitaria. Fino ad oggi, l’area civica ha sempre confermato il progetto di tre anni fa ma tanti silenzi, anzitutto dell’avvocato Greco, potrebbero farli ricredere. “In politica e nella vita serve sempre chiarezza – dice il consigliere comunale di “Una Buona Idea” Rosario Faraci – al sindaco, da tempo, chiediamo un confronto. Non abbiamo ricevuto riscontri. Quindi, devo pensare o che non abbia nulla da dire oppure che per lui va bene così. Da tre anni, in consiglio comunale gli atti più importanti arrivano sempre all’ultimo momento. Non c’è quasi tempo di leggerli. Nel Pef mancano numeri e dati. Non ci si può limitare al copia e incolla del provvedimento dell’anno precedente. Il problema siamo noi che vogliamo studiare gli atti e formulare proposte migliorative? Perché il sindaco non interviene mai quando ci sono vere e proprie sparate di esponenti di maggioranza, che lo fanno quasi esclusivamente per un aspetto mediatico? Quando invece avanziamo nostre proposte o chiediamo di rivedere gli atti, allora parte l’ammonimento. Così, non si va avanti. Se il problema siamo noi civici, possiamo tranquillamente fare un passo indietro. Io, l’assessore Terenziano Di Stefano e il resto del gruppo, non temiamo di andare all’opposizione. Siamo consapevoli di quello che abbiamo fatto e di quello che invece manca dagli altri”. Su un fronte politico, il presidente della commissione sviluppo economico è ancora più netto. “Il sindaco, se ha coraggio, dovrebbe spiegare pubblicamente se ha un’appartenenza politica – aggiunge – lo dichiari. Non sarebbe per nulla uno scandalo. Se ha cambiato linea, basta dirlo”. Faraci si riferisce soprattutto all’atteggiamento, ritenuto di manica larga, che l’avvocato tende a tenere con i forzisti, che più volte non hanno sostenuto gli atti della maggioranza, pur avendo una propria rappresentanza in giunta. Il sindaco, del resto, ha un trascorso politico e mantiene rapporti costanti sia con il parlamentare regionale Michele Mancuso sia con l’assessore Marco Falcone.

“Noi continueremo ad analizzare gli atti e a fare le proposte che riteniamo opportune. Siamo convinti che le tariffe Tari non vadano votate per un obbligo. Pensiamo si possano ridurre. Quando alziamo il dito, sembra quasi che passassimo per untori. Gli altri, invece, possano fare tutto quello che vogliono, senza nessun problema. Non è più tempo dei richiami, come si faceva a scuola. Ripeto – aggiunge Faraci – ci vuole coraggio e bisogna essere chiari. Non è più ammissibile che si vada avanti con qualunquismo e superficialità in atti delicati per l’intero ente e per i cittadini. Noi siamo abituati a parlare con tutti e in maniera diretta. Su “Qualità dell’abitare” abbiamo fatto un lavoro enorme. Abbiamo lavorato per le Zes e per i progetti che toccano la città. Siamo abituati a parlare con tutti e a non scontrarci. Però, la pazienza ha un limite. A questo punto, basta andare a verificare gli indici di presenza in consiglio comunale e così si avrà un quadro sicuramente molto più fedele. I civici non sono abituati a fare riunioni segrete ma ci vediamo ogni giovedì, aprendo alla città e a tutti quelli che hanno proposte da avanzare. Anche questo è un problema oppure dovremmo vederci, in gran segreto, in qualche studio professionale per organizzare la strategia, come fanno altri?”. Dal presidente della commissione sviluppo economico, che è tra gli esponenti di riferimento del movimento civico, arrivano conclusioni che politicamente non si prestano a troppe interpretazioni. Il sindaco dovrà decidere se aprire un dialogo vero all’interno della sua maggioranza oppure se affidarsi quasi esclusivamente ai partiti (compreso Forza Italia), di fatto abdicando al progetto civico.

1 commento

  1. Come i lupi vestiti d’agnello, civici che appartengono ad un partito e cioè Raffaele Lombardo, pronti con il candidato alle regionali e con posti di prim’ordine nella Giunta Greco.
    Eppure, tutti con passato di appartenenza politica si proclamano civici. A voi l’analisi fabullatrice.

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