“Se non si sbloccano lavori centinaia di licenziamenti nell’indotto”, Cacici: “Si faccia presto”

 
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Gela. I quarantotto licenziamenti decisi dai vertici della Sudelettra potrebbero essere solo un primo capitolo di una crisi occupazionale che, a breve, rischia di riaffacciarsi sull’indotto di raffineria Eni. Con la conclusione dei cantieri della nuova green refinery, che verrà ufficialmente presentata il prossimo 25 settembre, il calo di commesse sarà costante e l’hanno già spiegato i sindacati. Il ministero non ha ancora provveduto alla proroga Via per la base gas e si attende qualche novità sulla partenza dei lavori dell’impianto Btu. “Il mio appello – spiega il segretario provinciale dell’Ugl metalmeccanici Francesco Cacici – è rivolto ad Eni, ma anche alle istituzioni interessate. Si deve fare in fretta, altrimenti saranno solo licenziamenti. A fine mese, scadono decine di contratti a termine”.

Un allarme che si ripete, dato che negli ultimi mesi erano già state lanciate richieste pubbliche, finalizzate ad evitare una nuova crisi di lavoro. “Se qualcosa non si sbloccherà a breve – continua Cacici – non si potrà dare la colpa ai datori di lavoro. Senza nuove commesse, saranno costretti a rinunciare al personale, mettendo sulla strada centinaia di operai. Bisogna dare vere risposte, prima possibile”.

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