“Senza cantieri in fabbrica, anche gli edili a rischio…”, sì ai contratti di solidarietà ma non basta

 
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Gela. Contratti di solidarietà confermati, ma senza certezze sui prossimi cantieri di Eni si rischia il tracollo anche fra gli edili. “Ci vogliono certezze sui cantieri…”. Sia i manager di Turco Costruzioni che quelli di Edilponti hanno detto sì alla proroga dei contratti di solidarietà che consentiranno ad oltre duecento operai di continuare a lavorare, seppur con un monte orario inferiore. Adesso, però, sono gli stessi sindacati del settore a chiedere certezze. “La proroga dei contratti di solidarietà aiuta a tamponare una fase di stagnazione delle commesse – dicono i segretari di Fillea e Filca Francesco Cosca e Francesco Iudici – ovviamente, i problemi si ripresenteranno già a novembre. Né i lavoratori né le aziende possono vivere di contratti di solidarietà che sono soltanto una soluzione temporanea”. Nelle scorse settimane, i manager Eni hanno pubblicamente confermato il cronoprogramma che dovrebbe portare all’avvio della green refinery. “I lavori devono iniziare prima possibile – spiegano i sindacalisti – ci riferiamo al porto isola ma anche alle bonifiche e a tutte le opere collaterali. Per gli edili, non ci sono più altri ammortizzatori sociali”.

Non solo Edilponti e Turco Costruzioni… Peraltro, gli edili in fabbrica non sono soltanto quelli alle dipendenze di Turco Costruzioni e Edilponti. Ci sono anche gli operai della Trainito Costruzioni, dell’Icaro e della Lavema. In totale, quasi quaranta dipendenti che, a loro volta, vanno incontro ad un futuro, più o meno prossimo, ancora pieno di punti interrogativi. Dopo la “mazzata” che ha colpito il settore metalmeccanico e quello elettrostrumentale, gli edili vorrebbero evitare una nuova emorragia di posti di lavoro.

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