Servizio idrico, passaggio Ato-Ati va a rilento: sindacati, “intervenga prefetto”

 
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I confederali hanno chiesto un incontro

Gela. Come anticipato da questa redazione, Caltaqua ha impugnato al Tar Palermo tutti gli atti che hanno concentrato sulla nuova Assemblea territoriale idrica la gestione degli investimenti, per oltre 60 milioni di euro. L’Ati, guidata dal sindaco di Niscemi Massimiliano Conti, ad oggi non ha però completato la fase di passaggio, con la presa di consegne dall’Ato Cl6 in liquidazione. Ritardi che i sindacati tornano a sottolineare, chiedendo adesso l’intervento del prefetto di Caltaissetta Cosima Di Stani. “Si è ancora in attesa del passaggio delle consegne dall’ex Ato alla neo costituita Ati. Questo rappresenta, indubbiamente, un freno al funzionamento dell’Ati che comporta delle evidenti criticità in un territorio come Caltanissetta che registra percentuali molto elevate di povertà sia in termini assoluti che relativi. Ovviamente, a pagarne le conseguenze sono i cittadini, che stanno già organizzandosi in comitati o in liberi movimenti per denunciare queste problematiche. Infatti – dicono i confederali Ignazio Giudice, Emanuele Gallo e Vincenzo Mudaro – il mancato passaggio delle competenze alla costituita Ati potrebbe comportare la perdita degli investimenti che, in un territorio depresso come quello della provincia di Caltanissetta potrebbero rilanciare un processo di sviluppo. Sul tema, i legali di Caltacqua hanno presentato un ricorso ai giudici del Tar di Palermo facendo appunto leva sul passaggio di consegne, tra l’Ato Cl6 e la nuova Ati, che non si è appunto ancora concretizzato, rallentando di fatto l’iter di investimenti che raggiungono somme fino a sessanta milioni di euro. Per i legali, era possibile sbloccare i decreti di finanziamento con l’Ato senza attendere il subentro dell’Assemblea territoriale”.

Per i vertici territoriali di Cgil, Cisl e Uil diventa fondamentale fare il punto della situazione davanti al prefetto. “E’ chiaro che il passaggio delle funzioni all’Ati rappresenta un obbligo e non certamente una scelta facoltativa, che va ottemperato per le ragioni ampiamente rappresentate, onde evitare che il tema delle risorse idriche diventi un problema sociale ingestibile, nell’assoluta consapevolezza di tutti che si sta affrontando un tema che ha per oggetto un bene primario. A tale proposito, sarebbe auspicabile un incontro alla presenza di sua eccellenza il prefetto con le parti sociali, il commissario dell’Ato in liquidazione e con il Presidente Ati, perché la gestione di un tema così fondamentale venga considerato nella giusta prospettiva e lo si può fare solo applicando la legge cosicché da evitare non poco probabili manifestazioni pubbliche di malcontento da parte della cittadinanza”. In città, i disservizi sono continui e le bollette idriche continuano a rappresentare un peso quasi insopportabile per molte famiglie.

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