Sfiducia, in casa Dc è l’ora del confronto: Giannone per la firma, distanze con Cascino

 
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Giannone, Cuffaro e Cascino

Gela. La sfiducia al sindaco Lucio Greco è un capitolo che pare ormai destinato progressivamente a perdere mordente. L’accelerata che avrebbe voluto imprimere il centrodestra d’opposizione non si è concretizzata, almeno fino ad ora. I partiti d’area hanno confermato la loro intenzione ma manca l’ultima firma per mandare in aula la mozione. Gli esponenti della Dc l’avevano preannunciata la scorsa settimana. La sigla del consigliere Vincenzo Cascino non c’è e difficilmente ci sarà, soprattutto in una fase come questa, segnata dall’emergenza finanziaria, dal deliberato della Corte dei Conti e dall’appello al senso di respnsabilità lanciato dal primo cittadino. In settimana, i cuffariani faranno il punto e non sono da escludere eventuali sorprese. Il coordinatore del partito, Natino Giannone, aveva dato come cosa fatta la decima firma del consigliere di riferimento. Cascino però non ha aggiunto la sua alle sigle già apposte in una mozione depositata da mesi sul tavolo della presidenza del consiglio. Quest’attendismo sembra piacere poco a Giannone. Il coordinatore sarebbe intenzionato a ribadire la linea della sfiducia, anche nel corso del confronto che ci sarà tra i cuffariani. Tutti i dirigenti locali stanno valutando lo stato delle cose. Per la guida della Dc,quella firma avrebbe di fatto sancito un patto politico a lunga scadenza con il resto del centrodestra locale. L’immagine di un partito che va a velocità differenti potrebbe essere poco appetibile per alleati che invece vorrebbero saldare un’unità, che parta proprio dal superamento netto dell’esperienza Greco. Per il presidente del consiglio comunale Salvatore Sammito, la deliberazione della Corte dei Conti di fatto “anestetizza” qualsiasi velleità di sfiducia e anzi va a porre obblighi precisi sul civico consesso. Tra i cuffariani, c’è chi media e non vorrebbe divisioni intestine. Giannone però potrebbe decidere di dare l’aut aut: o la firma sulla mozione oppure il ritiro del simbolo per il consigliere che decidesse di andare avanti senza sottoscrivere la sfiducia all’avvocato.

Un eventuale approdo in aula consiliare della mozione, in ogni caso, non garantisce un sì a priori. Solo i partiti di centrodestra e il Pd sembrano intenzionati a chiudere anticipatamente l’esperienza amministrativa del primo cittadino, ma i loro voti non sono sufficienti, soprattutto in assenza di riscontri dal fronte progressista e dal gruppo civico.

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