Sgozzato dal fratello, la rabbia della moglie della vittima: “Dove è la legge?”

 
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Gela. Una sola coltellata, letale, alla gola. Così Vincenzo Valenti, operaio metalmeccanico di 39 anni, ha ucciso il fratello Alessandro, pizzaiolo di 30 anni.  L’assassino è stato arrestato pochi minuti dopo il delitto dai carabinieri.

In caserma ha subito confessato di aver accoltellato il fratello. Non sapeva però di averlo ucciso. Ha continuato a chiedere di lui in continuazione. Lo ha scoperto proprio dai militari che lo hanno interrogato. All’origine dell’ennesima lite tra i due fratelli vecchie questioni economiche, pare la contesa di una parte dei soldi che i fratelli Valenti avevano riscosso da una assicurazione dopo un incidente stradale che era costato la vita alla loro madre.

Vincenzo Valenti lavora come metalmeccanico a Milazzo ma sul suo conto c’è solo una vecchia denuncia per un caso di lesioni. Non a caso la moglie davanti al cadavere del marito urlava continuamente in faccia ai carabinieri “Unna è a liggi (dove è la legge)”, proprio riferendosi ai precedenti violenti del fratricida. Tutto sarebbe da ricondurre ad una questione di soldi.

La dinamica è stata ricostruita dai carabinieri, coordinati dal colonnello Alessandro Magro. La famiglia Valenti era già stata segnata dal dolore. Alcuni anni fa la madre degli undici fratelli era morta in un incidente stradale. C’era anche Alessandro, che scampò alla morte. E pare che uno dei motivi per cui Vincenzo ce l’avesse con il fratello era proprio questo. Rivendicava soldi ricevuti dall’assicurazione per l’incidente in cui morì la madre. Anche i vicini di casa quasi se l’aspettavano. “C’erano state decine di denunce contro Vincenzo – dicono neanche sottovoce – perché non lo hanno arrestato prima?”. In realtà al terminale dei carabinieri non risulta nulla.

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