Si fratturò il femore per colpa di un tondino in metallo, risarcimento da 130 mila euro a pensionato

 
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Gela. Un risarcimento da 130 mila euro. E’ quanto riconosciuto ad un pensionato che, alcuni anni fa, cadde rovinosamente lungo il centro storico, riportando la frattura del femore. L’uomo non si accorse di un tondino in metallo collocato per fissare un recipiente della spazzatura. Riportò profonde ferite. Adesso, il giudice civile del tribunale ha detto sì alla richiesta formulata dal suo legale di fiducia, l’avvocato Giacomo Di Fede. Fu proprio il pensionato a chiedere che quei danni subiti trovassero la via del risarcimento. Nel corso del procedimento, il magistrato ha individuato un danno biologico pari al 25%. In questo modo, dai calcoli effettuati, è emerse la cifra che dovrà essere pagata all’uomo. Tutto iniziò dall’incidente verificatosi in centro storico. Quel tondino, infatti, non era stato segnalato né gli operai del comune aveva provveduto a rimuoverlo. L’anziano non si accorse della presenza dell’ostacolo e precipitò sul selciato. Venne subito soccorso dai passanti e trasferito all’ospedale Vittorio Emanuele. La frattura venne ricomposta ma la riabilitazione fu lunga, lasciando il pensionato inabile per diversi mesi. L’avvocato Giacomo Di Fede, davanti al giudice, ha esposto le ragioni del suo assistito chiamando in causa proprio l’ente comunale. Una linea che è stata accolta dal magistrato. Palazzo di Città ha comunque scelto di costituirsi in giudizio, contestando le richieste formulate dal pensionato e dal suo avvocato. L’azione civile è stata intrapresa facendo riferimento alla responsabilità di cose custodite che graverebbe proprio sul municipio in materia di strade e su ciò che viene collocato lungo le vie. La decisione è stata pronunciata a conclusione di un lungo confronto tra il legale del pensionato e quello nominato da Palazzo di Città. Adesso, spetterà ai funzionari del Comune provvedere alla liquidazione di quanto dovuto. Un pagamento che dovrebbe avvenire in maniera rateizzata fino a raggiungere la quota fissata nella sentenza emessa dal giudice.

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