Silenzio assordante su Gaetano Giordano, politica, istituzioni e cittadini l’hanno dimenticato

 
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La chiesa di San Giacomo vuota

Gela. Niente commercianti, pochissimi aderenti all’associazione antiracket, qualche esponente delle forze dell’ordine e totale assenza della politica. In una chiesa San Giacomo praticamente deserta, la città ha perso l’ennesima occasione. Il ricordo del commerciante Gaetano Giordano, ucciso nel novembre del 1992 perché disse no al racket mafioso delle estorsioni, è passato inosservato mentre solo due settimane fa tanti hanno gridato al risveglio delle coscienze dopo gli incendi di tre attività commerciali. “Esprimo il mio rammarico – ha detto costernato alla troupe di Telegela il commissario straordinario Rosario Arena che per l’occasione ha indossato la fascia tricolore – doveva esserci la città per ricordare un eroe come Gaetano Giordano invece non ci sono neanche le istituzioni e la politica. Ognuno si assume le proprie responsabilità”. Nonostante la locale associazione antiracket porti il nome del commerciante ucciso, a San Giacomo si sono visti solo pochissimi aderenti oltre al presidente Renzo Caponetti. “I commercianti dovevano esserci e non ci sono – ha spiegato – non ci sono neanche i miei associati ma cercherò di farli cambiare. Devono capire che non serve a niente la patente della legalità ma invece è necessaria la partecipazione”.

Ad Almè invece in tanti hanno ricordato Giordano

Caponetti, intervistato da Telegela, è ritornato anche su quanto accaduto nelle ultime settimane, con diverse inchieste giudiziarie che hanno travolto esponenti di organizzazioni antiracket (almeno sulla carta). “Sono persone che con la Federazione antiracket italiana non hanno nulla a che fare – ha spiegato – la Fai ha un commissario straordinario che è il prefetto Domenico Cuttaia. E’ bene che la gente lo sappia”. Il coraggio di Giordano si è perso tra i banchi vuoti della chiesa mentre ad Almè, in provincia di Bergamo dove il commerciante è stato sepolto, nelle stesse ore il presidio locale di Libera ha tenuto una commemorazione con decine di presenti.

 

3 Commenti

  1. dopo che fu ucciso facemmo una manifestazione di protesta con la scuola e c’era anceh don franco cavallo e lo ricordo con tristezza quel giorno.

  2. Ancora una volta mi sento deluso,ferito ed amareggiato nella mia interiorità,così come è accaduto al mio presidente e carissimo amico Renzo Caponetti e gli altri componenti del direttivo,i quali speravamo in una massiccia presenza di cittadini che ancora credono nei nobili ideali della legalità! Purtroppo temo,che in questa città si stia esaurendo quel clima di speranza oltre che di riscatto,che per tanti anni noi cittadini gelesi abbiamo desiderato nella nostra martoriata terra,ed in cui i più basilari diritti vengono malgrado tutto ancora calpestati! Noi dell’associazione Antiracket Gaetano Giordano,pur con tante difficoltà ed impegno,abbiamo sempre cercato di fare la nostra parte,insieme a tutte quelle istituzioni che cercano di garantire ogni giorno quella sicurezza di cui la città ha bisogno,ma che da sola non è sufficiente ad affrontare gli immensi disagi che da decenni questa città subisce!Non basta reprimere,non basta più dichiararsi che si è contro la mafia e contro i soprusi e le ingiustizie,quando uno stato continua ad essere assente,là dove dovrebbe garantire i più elementari diritti di sopravvivenza!Dovè lo stato,quando i gelesi muoiono di cancro ed i bambini nascono malformati,dove sono i servizi che dovrebbero garantire la salute dei cittadini,dovè lo stato quando a Gela il 50% di padri di famiglia non hanno lavoro e 80% di giovani non hanno futuro?DOVÈ LO STATO,quando si rende complice di delitti ambientali che avvengono in questa città è che provocano tragedie e disperazione?DOVÈ LO STATO???

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