Sindacato va alla mobilitazione, Giudice: “Vertenza Gela nazionale Conte deve riceverci”

 
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Gela. “Una città bloccata che non vuole morire di inquinamento, disoccupazione, carenze sanitarie e spopolamento. Il premier Conte ci deve ricevere”. Era prevedibile e il ghiaccio lo rompe il sindacato. Il segretario confederale della Cgil Ignazio Giudice ha scelto i social per rilanciare una nuova fase della vertenza Gela. L’ultimo passo l’ha segnato l’enorme ritardo per la proroga Via della base gas di Eni, ancora non rilasciata dal Ministero dell’ambiente. L’indotto della fabbrica è tornato ai minimi e gli altri settori economico in città non brillano. Il segretario parla di “città bloccata” e di “tavoli inutili”. Basta attese, quindi. “Siamo pronti a manifestazioni eclatanti – prosegue – ormai l’abbandono dello Stato è certificato”. Già in consiglio comunale, prendendo spunto dalla vicenda Caltaqua e caro bollette, Giudice aveva preannunciato l’intenzione di manifestare, ma fuori dalla città, in punti sensibili del territorio siciliano, così da bloccare nodi importanti. La Cgil, attraverso il suo vertice territoriale, riapre una vertenza, che risale ormai a cinque anni fa. Da allora, solo strumenti e accordi fallimentari, che non hanno portato alcun vantaggio ad un territorio che sbanda vistosamente.

“Quella di Gela deve diventare una vertenza italiana, nazionale – conclude il suo appello il sindacalista – altrimenti, rimarrà inascoltata”. Giudice, intanto, ha comunicato di aver lanciato una petizione on-line sul portale change.org.

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