Sistema da 22 milioni per le compensazioni indebite: coinvolti a giudizio, due assolti

 
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Gela. Per gli investigatori si trattò di una vera e propria rete di compensazioni fiscali indebite, strutturata dal consulente Rosario Marchese. Una sessantina di imputati ne dovrà rispondere, il prossimo ottobre, davanti al collegio penale del tribunale. Il gup Roberto Riggio ha disposto il rinvio a giudizio per tutti gli imputati. I pm della procura e i finanzieri ricostruirono operazioni considerate irregolari, per circa ventidue milioni di euro. Nell’inchiesta sono stati coinvolti diversi imprenditori del Nord Italia e non solo, ma anche professionisti. Secondo le contestazioni, tutti si sarebbero rivolti a Marchese e al suo gruppo, per cercare di ottenere vantaggi fiscali non dovuti, anche attraverso detrazioni per presunti investimenti in aree svantaggiate, che in realtà non si sarebbero mai concretizzati. In fase di indagine vennero disposti consistenti sequestri di beni e conti corrente.

Le indagini furono chiuse nei confronti di Rosario Marchese, Gianfranco Casassa, Alberto Sessa, Roberto Edoardo Golda-Perini, Valentina Bellanti, Giuseppe Nastasi, Salvatore Sambito, Ilario Rubbio, Carlo Zanti, Claudio Bruno, Luciano Filippini, Rosario Reina, Mario Castelluccia, Cinzia Casto, Marco Lorenzini, Giuseppe Tramontana, Marcello Bresci, Silvio Sapienza, Ignazio Trubia, Giuseppe Coriale, Leonardo Schiera, Luigi Di Sazio, Andrea Calabrese, Giuseppe Torno, Luca Pansini, Vincenzo Abruzzo, Francesco Dragone, Giovanni Schifano, Antonio Santoiemma, Josè Pelasgi, Daniele Liberati, Luca Birbes, Ivan Sorrenti, Antonio Rinciani, Giuseppe Lanaro, Giuseppe Vitale, Michele Santobuono, Franco Pettenazza, Paolo Zanoletti, Giovanni Ceglia, Vittorio Savoldelli, Alessandro Sartore, Gianfranco Vedelago, Cinzia Alasonatti, Anna Maria Valentino, Pierino Chindamo, Antonino Mandaglio, Umberto Palumbo, Marco Tagliavia, Daniela Spinelli, Walter Guzaman Anampa, Bernardo La Susa, Giulio Cristina, Enrico Zumbo, Luca Girardi, Ernesto Trezzi, Simona Bolzanella, Marco Belardi, Luciano Sallia, Tania Messina, Naser Hyseni, Giuseppe Serio e Simone Malatesta. Nel tardo pomeriggio di oggi, il gup ha disposto il giudizio, accogliendo la richiesta che era già stata indicata dai banchi della procura. I difensori, invece, hanno chiesto una pronuncia di non luogo a procedere, spiegando che non sarebbe esistita alcuna organizzazione, specializzata nelle compensazioni indebite. Le difese di due imputati, Salvatore Ferrante e Luca Gilardi, hanno invece scelto l’abbreviato e il gup ha emesso una decisione di assoluzione, con la formula “perché il fatto non costituisce reato”. Tutti gli altri coinvolti dovranno difendersi in dibattimento. Marchese, attualmente detenuto, fu poi interessato da altre operazioni, compresa quella ribattezzata “Leonessa”, che ha portato gli investigatori bresciani a collegare il sistema delle compensazioni con presunti interessi della criminalità organizzata, con base in Lombardia. Tra i legali di difesa, ci sono gli avvocati Flavio Sinatra, Giovanna Zappulla, Giovanna Cassarà, Giovanni Cannizzaro, Francesco Enia, Ivan Bellanti, Giusy Ialazzo, Enrico Aliotta, Nicola Martello, Rocco La Placa, Giacomo Di Fede, Michele Aliotta, Giuseppe Dacquì, Antonio Gagliano, Vittorio Giardino, Elio Lembati e Paolo Testa.

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