Smarrì un decreto ingiuntivo, l’ex direttore dell’ospedale dovrà risarcire 10 mila euro

 
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Gela. Dovrà pagare 10 mila euro a fronte dei 127 mila chiesti dai magistrati della procura regionale presso la Corte dei conti siciliana. Sono state rese note le motivazioni che hanno condotto alla condanna di Antonino Iozzia, ex direttore amministrativo del presidio ospedaliero “Vittorio Emanuele”. In base alle accuse mosse, avrebbe smarrito un decreto ingiuntivo fatto notificare da un commercialista, consulente dell’allora Azienda sanitaria ospedaliera Vittorio Emanuele. Il professionista, la cui nomina era stata sostenuta dallo stesso Iozzia, dopo aver presentato ricorso contro una maxi cartella esattoriale da 12 milioni di euro ingiunta all’Azienda sanitaria, chiedeva una parcella non inferiore ai 584 mila euro. Somme ritenute sproporzionate dall’allora commissario straordinario dell’Asp di Caltanissetta. Dopo i no ai pagamenti delle maxi parcelle, il consulente si rivolse sia al tribunale civile che a quello amministrativo, ottenendo un decreto ingiuntivo. Atto, però, che non venne impugnato né opposto dai legali dell’Asp perché, appunto, venne smarrito. Stando alla difesa del manager, il decreto andò perso durante un avvicendamento di personale. Iozzia, inoltre, avrebbe comunque dato mandato di proporre opposizione. I termini, però, in base alle accuse, erano già superati. Diversi fattori, quindi, hanno condotto i magistrati della procura a ribadire la necessità della condanna del manager per il danno erariale causato alle casse dell’ex Azienda sanitaria ospedaliera di Gela, poi confluita nell’Asp di Caltanissetta. Una linea accolta, in parte, dai giudici della Corte dei conti. I magistrati hanno sottolineato la sproporzione tra i compensi chiesti dal consulente e l’attività svolta nel ricorso contro le cartelle esattoriali. “Un ricorso della lunghezza complessiva di tre facciate e nel quale la parte in diritto – si legge nelle motivazioni della sentenza – si è estesa per complessive quindici righe, circostanze queste che inducono a ritenere congruo il riconoscimento della tariffa minima”.Per la difesa dell’ex coordinatore amministrativo del distretto ospedaliero di Gela, le responsabilità maggiori andavano attribuite proprio al commercialista che ricevette l’incarico di consulenza. Dopo il verdetto di condanna, non è da escludere che i legali del manager possano proporre appello.

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