Soldi a strozzo ad imprenditori in difficoltà, Cassazione conferma condanna a Monachella

 
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Gela. A giugno, davanti al gup del tribunale di Genova, aveva patteggiato la condanna a due anni di reclusione. Il sessantacinquenne Emanuele Monachella, che gli inquirenti ritengono uno dei riferimenti di Cosa nostra gelese nel capoluogo ligure, era accusato di usura e tentata estorsione. In base alle indagini condotte dagli inquirenti, avrebbe prestato soldi a strozzo a due imprenditori della zona dell’alessandrino, che in crisi si rivolsero a lui. Gli interessi, però, si fecero via via più pesanti e Monachella non avrebbe risparmiato minacce. La Cassazione ha respinto il ricorso della difesa, che ha impugnato la condanna patteggiata. La decisione così diventa definitiva. Monachella, in passato, è stato giudicato anche per contestazioni legate ad indagini di mafia.

Secondo gli investigatori, avrebbe concesso soldi ad usura anche nel periodo della pandemia, quando la crisi dei due imprenditori si sarebbe acuita ancora di più. In fase di indagine, il sessantacinquenne gelese negò gli addebiti, parlando di normali prestiti, che gli imprenditori non riuscirono a saldare del tutto.

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