Soldi chiesti a ditta luminarie, Camiolo si difende: “Avevo bisogno non è estorsione”

 
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Gela. Non avrebbe chiesto soldi per mettere a posto la ditta incaricata di collocare e smontare le luminarie per i festeggiamenti del 2 luglio. Il sessantaseienne Angelo Camiolo si è difeso in carcere, rispondendo alle domande del gip Veronica Vaccaro. E’ stato arrestato dai poliziotti che lo hanno trovato con i soldi ancora in mano, pare poco più di cento euro. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia, svoltosi a Balate, Camiolo ha spiegato di essersi trovato in notevoli difficoltà economiche, senza avere neanche un lavoro. Si sarebbe rivolto ai responsabili della ditta, quasi come una forma di contributo per la sussistenza della sua famiglia. Ha negato di girare per conto delle famiglie di mafia.

Difeso dall’avvocato Carmelo Tuccio, si è detto estraneo inoltre al presunto precedente dello scorso anno, che gli viene contestato. Secondo gli investigatori, anche nel 2019 avrebbe preteso soldi dalla ditta delle luminarie. Subito dopo l’arresto, è stato trasferito in carcere. Il sessantaseienne ha precedenti, anche in relazione all’inchiesta antimafia “Tetragona”.

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