Sono 208 i dipendenti ospedalieri già vaccinati ma spuntano i “No vax”

 
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Anche Di Fede lancia l'allarme nonostante la vaccinazione

Gela. Ha dovuto vaccinare anche il figlio, infermiere del Pronto soccorso, nel primo giorno dedicato alla vaccinazione del personale ospedaliero. Tra i 98 che spontaneamente hanno deciso di aderire alla campagna di vaccinazione, Maria Carmela Moscato, infermiera del servizio Vaccinazione, si è trovata difronte anche il figlio Giuseppe Di Fede. “Quando si dice che in ospedale ti prendono in cura come una mamma – scherza Di Fede – Sicuramente mi ha dato maggiore sicurezza. Non mi vaccinavo da almeno 20 anni – ammette l’infermiere del Pronto soccorso – Forse gli ultimi li avevo fatti da piccolo. Sicuramente, non sono contrario ai vaccini”. L’infermiere Di Fede si è subito schierato in favore del vaccino, anche con un post sui social: “Per noi operatori sanitari vaccinarsi è un obbligo morale; Lo dobbiamo ai tanti colleghi e cittadini che hanno perso la vita nella lotta contro il #covid19. Oggi abbiamo un’arma, usiamola!”

Non la pensano tutti allo stesso modo. Infatti, tra gli operatori sanitari dell’ospedale “Vittorio Emanuele” non sono mancati i “no vax” o comunque chi ha declinato l’invito di sottoporsi a vaccino, avanzato dalla direzione strategica dell’Asp cl2. “Tra questi non ci sarà chi è già guarito dal covid-19 – assicura Marcella Santino, direttore sanitario Asp di Caltanissetta – Io, personalmente, sono tra chi ha deciso di farlo”. Oggi, intanto, sempre al secondo piano dell’ospedale di via Palazzi, si tiene una seconda sessione. E’ prevista la somministrazione ad altri 110 dipendenti ospedalieri che operano nelle aree più a rischio contagio.  

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