“Sono ancora legati ai clan”, confermato 41 bis per Terlati e Cassarà

 
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Gela. Sono stati ai vertici delle organizzazioni di mafia della città. Secondo i giudici del tribunale di sorveglianza di Roma e per quelli della Corte di Cassazione, il quarantasettenne Salvatore Terlati e il cinquantunenne Emanuele Cassarà, sarebbero ancora pericolosi e con legami criminali, nonostante siano detenuti da tempo. I giudici di Cassazione hanno respinto i ricorsi della difesa, confermando le decisioni, emesse in entrambi i casi dai magistrati del tribunale di sorveglianza di Roma. Gli iniziali reclami, avanzati ai giudici di sorveglianza, erano stati respinti. Cassarà e Terlati si sono rivolti alla Corte di Cassazione, contestando il rinnovo, per altri due anni, del regime del carcere duro, che invece è stato confermato. Per i giudici, non ci sarebbero elementi che possano giustificare un allentamento del regime detentivo.

Le decisioni sono state formalizzate con altrettante sentenze, le cui motivazioni sono state pubblicate. Anche per la Corte di Cassazione, Cassarà e Terlati non avrebbero dato segnali concreti di volersi allontanare dai clan.

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