“Sono coerente e credo solo nella Lega”, Giudice: “Non mi candidato con altre liste”

 
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Giudice ritiene deludente il risultato dei "nuovi" leghisti

Gela. Con l’avvento del nuovo corso leghista in città, che ha portato Giuseppe Spata ad ottenere la candidatura a sindaco, sostenuto da una coalizione di centrodestra, per Antonio Giudice e il resto dello zoccolo duro non c’è stato più spazio. Lo scontro interno tra il gruppo degli irriducibili di Salvini e il deputato nazionale Alessandro Pagano ha portato alla costituzione di un nuovo circolo e praticamente all’addio dei militanti della prima ora, compreso Giudice. L’ex candidato a sindaco di quattro anni fa, però, non cambia bandiera. Senza Lega non farà parte di altre coalizioni né supporterà possibili liste civiche. “Non mi candido in altre liste per rispetto di me stesso e degli elettori – dice – la dignità è tutto per una persona, anche in politica. Nel 2015, mi sono avvicinato alla politica sotto le insegne della Lega – Noi con Salvini candidandomi a sindaco, perché mi riconoscevo e in realtà mi riconosco ancora, nei valori di quel movimento politico che amministra da anni molte città e due grandi regioni del Nord Italia, in un momento in cui presentarsi di fronte all’opinione pubblica meridionale in genere non significava raccogliere consenso, ma profonda avversione nella migliore delle ipotesi, se non vere e proprie offese personali. Con il gruppo di amici con i quali ho condiviso quest’esperienza sono state messe in campo azioni sul territorio volte alla sensibilizzazione sociale sui diversi problemi che attanagliano la nostra città, anzitutto sul tema della sicurezza, vero problema dei problemi, insieme a quello ambientale e occupazionale”. Per Giudice, però, il commissariamento del partito, successivo all’inatteso risultato alle legislative dello scorso anno, ha minato le basi. “Il commissariamento della Lega in Sicilia avrebbe potuto essere l’occasione per un allargamento della base del consenso, nel segno del maggiore coinvolgimento di risorse nuove, invece si è trasformato nell’occasione per estromettere chi per tanti anni si è speso sul territorio e fare posto a chi – continua – nella logica di un vergognoso trasformismo, fino a poco tempo fa si spendeva al contrario per esecrare la Lega e Salvini in ogni modo. Agli amici con cui ho condiviso l’attività finora ho però anticipato che non potrei candidarmi in altri movimenti o perfino in liste civiche, non avendo trovato spazio dentro la mia casa che è la Lega, perché avrei contravvenuto a uno dei miei valori personali, la coerenza. Allo stesso tempo, candidandomi sotto altre insegne avrei offeso la dignità mia e di chi si è avvicinato alla Lega insieme a me. Resta inalterato il bagaglio di rapporti personali e politici intessuti in questi anni con altri amici del gruppo storico, con i quali non si farà fatica a rimettersi in campo qualora le condizioni della nostra estromissione antidemocratica venissero meno. Nella Lega, a Caltanissetta e Gela, c’è chi ha lavorato per seminare zizzania personale e per escludere, mentre andava fatto il contrario”.

I riferimenti alle scelte di Alessandro Pagano, sponsor principale della candidatura di Spata e del nuovo circolo, sono più che evidenti, anche se Giudice non si riferisce mai direttamente al parlamentare nisseno. “Gela ha bisogno di persone che si mettano al servizio della comunità, non di persone che si servano delle istituzioni amministrative locali per fini personali – conclude – saltare da un fiore all’altro è attività degna solo per le api, che traggono dai fiori la materia prima per produrre il prezioso miele. Le donne e gli uomini impegnati in politica mostrano il loro lato peggiore cambiando idea troppo spesso. Per quanto mi riguarda, la mia dignità prevale su qualsivoglia ambizione personale, fosse anche solo quella di servire la mia città”.

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