“Sono vittima di mobbing”, operaio protesta in raffineria: indotto fermo

 
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Gela. “Prima l’incidente e dopo trentacinque anni in raffineria mi hanno imposto il trasferimento in Friuli. Questo è mobbing”. Carmelo Lo Bello, operaio della Puccio Costruzioni, da questa mattina ha bloccato i varchi di accesso alla raffineria di contrada Piana del Signore. Il ponteggiatore, davanti ai tornelli, ha ottenuto la piena solidarietà dei colleghi dell’indotto. Anche loro si sono fermati. Negli scorsi mesi, è stato vittima di un grave incidente alla radice pontile dello stabilimento, finendo in mare con gravi ferite. “Non so neanche per quanto tempo dovrò rimanere in Friuli e le condizioni della mia famiglia non me lo permettono – dice ancora – non capisco perché io debba essere trasferito in Friuli mentre l’azienda, in questo sito, ha appena assunto una quarantina di operai. Il lavoro c’è, chiedo solo di essere trattato come gli altri”. L’operaio, tra i più esperti dell’intero indotto, ha deciso di protestare fino a quando non avrà risposte. Attende che anche i sindacati possano avviare verifiche.

“Spero che qualcuno si interessi alla mia vicenda – dice rammaricato – sono vittima di un’ingiustizia”. Pare che l’azienda, invece, ritenga del tutto regolare la procedura di trasferimento avviata.

2 Commenti

  1. Ma fatemi capire.. Solo quelli del diretto devono stare lontani dalle famiglie?? Quelli dell’indotto o a gela o si sciopera??? Bella questa! L’indotto è stato uno dei più grossi problemi della raffineria di gela da sempre…

  2. E poi qualche pseudomafioso, davanti i tornelli, fa il gradasso bloccando con la forza chi vuole entrare, minacciando chi tenta di andare a lavorare. Se fossi io l’amministratore delegato di ENI, avrei chiuso i cancelli da un bel pò. E potremmo così rifugiarci nell’agognato turismo e nella pesca ……………

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