Sospetti sui controlli dei tecnici dell’Asp, ex titolare di un caseificio: “Danno devastante”

 
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Gela. “Per me è stato un danno devastante. Ho dovuto chiudere”. L’ha spiegato in aula l’ex titolare di un caseificio di Butera che per almeno due anni è stato al centro di una serie di controlli, sequestri e provvedimenti sanzionatori comminatigli dai tecnici del servizio veterinario dell’Asp. E’ tra quelli che ha segnalato presunti abusi da parte degli operatori dell’Azienda sanitaria provinciale, finiti poi sotto l’esame dei pm della procura. A processo, dopo il rinvio a giudizio disposto dal gup, ci sono Antonio Cannizzo, Girolamo La Mensa, Luigi Farruggia, Giuseppe La Boria, Calogero De Simone e Cristoforo Domicoli. Dopo aver riscontrato inadeguatezze strutturali nel caseificio, gli venne anche imposta la chiusura dell’attività. L’ex titolare, adesso residente in Emilia-Romagna dove è riuscito a trovare lavoro, ha spiegato di aver poi provveduto alla presentazione delle richieste per adeguare i locali. “Venivano sequestrati tutti i prodotti, anche quelli che avevo già venduto ai clienti – ha proseguito – a un certo punto, quelli che rifornivo hanno interrotto i rapporti”. Le attività di sequestro e distruzione dei prodotti, condotte nei suoi confronti, sarebbero proseguite per un lungo periodo. “Inizialmente – ha continuato – fu La Boria a suggerirmi di rivolgermi ad un tecnico di Niscemi che avrebbe potuto risolvere la situazione. Non fu così, perché dopo qualche incontro decisi di non affidarmi a lui. Mi sono recato anche dal responsabile del servizio veterinario per chiedere come potessi proseguire l’attività”. Sequestri e controlli venivano condotti dai tecnici del servizio veterinario e dai carabinieri del Nas.

Per i magistrati della procura (in aula con il pm Federica Scuderi), gli imputati avrebbero imposto la distruzione di prodotti e merce senza riscontri effettivi. Nell’inchiesta, sono finite presunte nomine di favore come consulenti tecnici, sospette rivelazioni di segreti d’ufficio e ipotesi di false attestazioni. Alcuni dei produttori che sarebbero stati danneggiati sono parti civili nel dibattimento (con l’avvocato Antonino Ficarra). Parte civile è anche l’Asp. Per le difese, però, quei controlli e i sequestri non sarebbero stati condotti in violazione della normativa, abusando della funzione ricoperta dagli accusati. Invece, si sarebbe trattato di attività svolta nel rispetto della normativa, dopo aver accertato violazioni da parte dei titolari delle attività. Una linea che i legali hanno già sostenuto nel corso dell’udienza preliminare, escludendo qualsiasi ipotesi di reato. Gli imputati sono rappresentati dagli avvocati Giacomo Ventura, Flavio Sinatra, Antonio Gagliano, Giuseppe Simonetti, Samantha Rinaldo, Sergio Iacona e Walter Tesauro. Nel corso della prossima udienza verrà sentito un altro produttore che sarebbe stato danneggiato.

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