Sospetto caso di malasanità, muore a 63 anni a sei ore dal ricovero

 
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Gela. E’ deceduto sei ore dopo il suo ricovero ospedaliero. La vittima, Giuseppe Grasso, pensionato ed ex operaio della Corima, che lunedì avrebbe compiuto 64 anni, nelle ultime due settimane era tormentato dallo stato febbrile e da continui dolori addominali e al torace.

Dolori sfociati invece con la morte che i familiari, la moglie Liboria Granvillano e i 4 figli, definiscono assurda. Non hanno esitato a sporgere denuncia contro il presidio ospedaliero “Vittorio Emanuele” ipotizzando l’accusa di omicidio colposo.

Sul presunto caso di malasanità indagano i carabinieri del locale reparto territoriale che ieri hanno acquisito le cartelle cliniche sugli esami effettuati allo sfortunato 63enne fino al giorno del suo decesso, avvenuto ieri alle 21.

Sei ore prima era stato ricoverato nel reparto di Chirurgia, dopo ripetute insistenze al personale del Pronto soccorso e incontri col medico di famiglia. I militari dell’arma dovranno ricostruire la dinamica dei fatti. Il corpo privo di vita di Giuseppe Grasso è a disposizione della magistratura che nelle prossime ore potrebbe decidere di ordinare l’esame autoptico per fare chiarezza sulle cause sfociate col decesso.

“Alle 20,20 ho salutato mio padre che nonostante i dolori sembrava tranquillo – racconta Antonio Grasso – Era finito l’orario per le visite. Ci siamo salutati. Trenta minuti più tardi i medici del reparto di Chirurgia hanno telefonato per comunicarci la tragica notizia. Quella del decesso di mio padre.

Non riesco a capire cosa possa essere accaduto in appena trenta minuti, spero che le forze dell’ordine facciano chiarezza su una vicenda che sembra paradossale”.

Stando ai racconti dei familiari, Giuseppe Grasso si era recato due volte al Pronto soccorso e contemporaneamente aveva esposto i suoi dolori al medico di famiglia, il dottore Eugenio Morso.

Quest’ultimo, che in un’occasione si era fatto sostituire da un suo collega, aveva prescritto allo sfortunato 63enne l’esame radiologico con liquido di contrasto. Anche in questa circostanza non sarebbe emerso nulla. I medici del Pronto soccorso, invece, dopo averlo mantenuto per 24 ore in osservazione nel servizio di astanteria, lo avevano dimesso.

Giovedì, grazie alle insistenze, la vittima era stata ricoverata e sottoposta a mirati esami clinici. Giuseppe Grasso non conoscerà mai gli esiti degli stessi. I loro familiari invece hanno avuto modo di conoscere anche le lacune strutturali dell’ospedale, con il corpo del loro caro adagiato tra la sporcizia e l’incuria che caratterizzano l’obitorio di via Palazzi.

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