Spaccio in città, inchiesta “Tomato”: depositato in Cassazione ricorso Stamilla

 
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Immagini di repertorio

Gela. La condanna d’appello risale al novembre dello scorso anno. Per Salvatore Stamilla i giudici nisseni definirono la pena a sette anni e otto mesi di reclusione (la condanna di primo grado invece era stata a nove anni). Coinvolto nell’inchiesta “Tomato”, secondo le accuse Stamilla sarebbe stato tra i più attivi nello spaccio di droga in città, avendo la disponibilità anche di eroina. La difesa, sostenuta dall’avvocato Salvo Macrì, ha depositato in Cassazione circa venti pagine di un ricorso che contesta diversi aspetti del pronunciamento dei giudici nisseni. Tra gli aspetti principali, il calcolo effettivo della pena e il mancato riconoscimento della continuazione con una precedente sentenza di condanna, passata ormai in giudicato. Elementi che secondo il legale avrebbero potuto assicurare a Stamilla una pena decisamente inferiore. I giudici di Cassazione dovranno valutare il ricorso. I carabinieri e i pm della procura monitorarono per diversi mesi non solo Stamilla, ma anche molti altri coinvolti in quel blitz.

Vennero ricostruiti centinaia di episodi di spaccio, compresi quelli legati all’eroina. Molti difensori hanno sempre sostenuto che non si trattasse di pusher ma di assuntori di droga, che spesso l’avrebbero consumata per uso personale.

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