Spari contro bar, ex titolare sentita in aula: i Liardo intercettati in carcere

 
0
Immagini di repertorio

Gela. Ha spiegato in aula di non aver mai riconosciuto, neanche attraverso le immagini dei sistemi di videosorveglianza, chi sparò alla saracinesca del suo bar, in corso Aldisio. L’ex titolare è stata sentita, nel corso dell’istruttoria dibattimentale avviata dopo l’indagine “Donne d’onore”, tutta incentrata sui presunti interessi criminali di Nicola Liardo, che anche dal carcere sarebbe riuscito a controllare, attraverso i propri familiari, giri di estorsioni e droga. L’intimidazione a colpi di pistola sarebbe stata rivolta nei confronti di chi, solo da pochi mesi, aveva avviato il bar “Rouse”. L’ex titolare, rispondendo alle domande del pm della Dda di Caltanissetta Matteo Campagnaro, ha confermato che l’allora fidanzato, a sua volta impegnato nella gestione dell’attività commerciale, ebbe pesanti screzi con uno degli imputati, Calogero Greco. A far salire la tensione, la probabile errata installazione di alcune telecamere di videosorveglianza. Greco avrebbe chiesto la restituzione dell’ammontare pagato. Secondo l’accusa, l’intimidazione sarebbe stata ordinata dall’imputato ed eseguita da Carmelo Martines e Giuseppe Liardo, figlio di Nicola Liardo. Tutti aspetti che verranno ancora approfonditi, anche perché i due presunti esecutori vengono ritenuti coinvolti in un’altra azione analoga, ma ai danni dell’abitazione di un imprenditore locale. La titolare, seppur in contraddizione con dichiarazioni che avrebbe rilasciato subito dopo aver denunciato il danneggiamento, ha comunque escluso di aver ricostruito l’identità di chi agì armato. Nel corso dell’udienza, tenutasi davanti al collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore (a latere Marica Marino e Francesca Pulvirenti), sono stati sentiti i periti incaricati di trascrivere il contenuto delle intercettazioni e dei dialoghi, captati anche in carcere tra Liardo e i familiari.

Pare che in alcune conversazioni si parlasse dell’omicidio di Domenico Sequino, il tassista ucciso in centro storico. Per quell’esecuzione sono a processo proprio Nicola Liardo e il figlio Giuseppe, insieme ad un altro imputato nel giudizio “Donne d’onore”, Salvatore Raniolo. Per l’inchiesta al centro del dibattimento di ieri, le accuse vengono inoltre mosse a Monia Greco, Dorotea Liardo, Calogero Greco e Giuseppe Maganuco. Sono tutti difesi dagli avvocati Giacomo Ventura, Flavio Sinatra, Carmelo Tuccio, Davide Limoncello, Cristina Alfieri, Antonio Impellizzeri, Francesco Enia e Maurizio Scicolone.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here