Spari contro tre uomini a Settefarine, la condanna a Raitano: il caso in appello

 
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Prima degli spari e dell'intervento dei carabinieri ci sarebbero state minacce e il danneggiamento di un'auto

Gela. Otto anni di reclusione con l’accusa di tentato omicidio dopo gli spari dello scorso anno tra le strade di Settefarine. La difesa del ventunenne Ruben Raitano ha scelto di impugnare il verdetto di primo grado, emesso dal collegio penale del tribunale di Gela. La sentenza di condanna è stata pronunciata ad aprile e il caso verrà valutato dai giudici della Corte d’appello di Caltanissetta. In base alle accuse, il giovane avrebbe sparato contro tre uomini, dopo una lite per vicende legate alla compravendita di un’automobile. Per la difesa, come ribadito anche nel corso dell’istruttoria di primo grado, Raitano avrebbe solo reagito ad una precedente aggressione, impugnando un’arma che in realtà non era funzionante. In base a quanto emerso, si sarebbe trattato di una pistola artigianale, mai ritrovata dagli investigatori. La difesa è convinta che non sussistano i presupposti del tentato omicidio, ma solo quelli delle lesioni.

Nessuno dei tre, in base alla versione del legale del giovane, riportò ferite. I carabinieri del reparto territoriale e i pm della procura, invece, hanno ricostruito il fatto in maniera del tutto diversa. Uno dei proiettili esplosi si sarebbe conficcato sul portasigarette che era nella tasca dei pantaloni indossati da uno dei tre rivali. Senza quel portasigarette le conseguenze sarebbero potute essere drammatiche. La vicenda verrà nuovamente valutata dai giudici della Corte d’appello. Oltre che di tentato omicidio plurimo, Raitano risponde anche del possesso dell’arma.

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