Spari “Gb oil”, Di Giacomo verso abbreviato: parte civile per carabiniere ferito

 
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Paolo Quinto Di Giacomo sparò ai licatesi

Gela. Paolo Quinto Di Giacomo, accusato di duplice tentato omicidio e anche del ferimento dei carabinieri intervenuti e di un operatore sanitario, va verso il rito abbreviato. Questa mattina, davanti al gup Marica Marino, l’ha preannunciato il suo difensore, l’avvocato Davide Limoncello. Di Giacomo, per i fatti della stazione di servizio “Gb oil”, ha da poco lasciato il carcere, ottenendo i domiciliari. C’è stato però un difetto di notifica nei suoi confronti e l’udienza preliminare è slittata al prossimo settembre.

Insieme al trentacinquenne, sono davanti al gup Michele Cavaleri, Salvatore Cavaleri, Giuseppe Nisellino, Angelo Voddo, Alessandro Di Michele, Paolo Biundo, Stefania Mihaela Fanita, Salvatore Incorvaia ed Eliseo Di Giacomo. Di Giacomo fece fuoco, impugnando una pistola con matricola abrasa, contro i licatesi Michele Cavaleri e Salvatore Cavaleri, che erano stati coinvolti nella rissa scoppiata all’interno del locale. Pare che alcuni pesanti apprezzamenti giunti dai due, resero gli animi molto tesi, fino a scatenare lo scontro. Paolo Quinto Di Giacomo arrivò successivamente, per farsi giustizia. Sparò contro i licatesi, che avrebbero importunato la sorella. Tutti gli altri imputati sono accusati della rissa e delle lesioni. I difensori hanno avanzato la possibilità di un’eventuale messa alla prova, che verrà valutata dal gup. In aula, l’accusa è sostenuta dal sostituto Luigi Lo Valvo. Uno dei carabinieri rimasto ferito ha scelto di costituirsi parte civile, come ha spiegato l’avvocato Francesco Enia che lo assiste. Anche su questa istanza il giudice si pronuncerà nel corso della prossima udienza. I due Cavaleri rispondono anche di resistenza a pubblico ufficiale. Gli imputati sono rappresentati dai legali Carmelo Tuccio, Rosario Prudenti, Raffaela Nastasi, Tommaso Vespo, Giovanni Cannizzaro e Giuseppe Vinciguerra. I pm della procura, coordinati dal procuratore capo Fernando Asaro, e i carabinieri, avviarono subito le indagini, parlando di fatti molto gravi. L’intera sequenza fu ripresa dai sistemi di videosorveglianza dell’attività commerciale.

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