Spari in via Niscemi, minore dal gip: aveva già ammesso, per difesa non ci fu metodo mafioso

 
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Gli agenti di polizia in via Niscemi dopo gli spari

Gela. Si è avvalso della facoltà di non rispondere ma ha comunque confermato quanto aveva già dichiarato agli inquirenti in fase di indagine. Il minore arrestato per gli spari in via Niscemi, questa mattina, si è presentato davanti al gip del tribunale minorile di Caltanissetta per l’interrogatorio di garanzia. Difeso dall’avvocato Davide Limoncello, pare che abbia sostanzialmente ribadito ciò che aveva ammesso durante gli approfondimenti condotti dai poliziotti. Rese una confessione, spiegando di aver preso parte all’azione di fuoco, con il ferimento di un ambulante di frutta e verdura e di un suo conoscente, in via Niscemi. Il giovane è attualmente detenuto all’Ipm di Caltanissetta e al momento dell’esecuzione dell’ordinanza era comunque ristretto per la vicenda della rapina all’ufficio postale di Settefarine. La difesa ha prodotto l’ordinanza eseguita per il quarantaquattrenne Giuseppe Emmanuello, a sua volta arrestato per gli spari di via Niscemi. Il legale del minore ha fatto notare che per il maggiorenne non è stata riconosciuta la contestazione mafiosa che invece viene addebitata al giovane.

In base a questa linea, non ci sono gli estremi per un’eventuale imputazione legata al metodo mafioso. E’ stata avanzata richiesta per una misura alternativa alla detenzione. Le indagini proseguono.

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