Spari in via Venezia, poliziotto in aula: “Parisi vicino a stiddari, ferito di Cosa nostra”

 
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Gela. Ha ripercorso i trascorsi sia del ventiseienne John Parisi, imputato per tentato omicidio in relazione agli spari in via Venezia del gennaio di un anno fa, sia di quello che fu individuato come obiettivo, Carmelo Raniolo. Questa mattina, davanti al collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore, è stato sentito uno dei poliziotti della squadra mobile di Caltanissetta che si occupò delle indagini, successive agli spari. Per i pm della Dda nissena, non è da escludere che oltre a ragioni personali di astio, il tentato omicidio possa derivare da contrasti tra le famiglie di mafia locali. Il poliziotto ha confermato che Parisi è ritenuto vicino alla stidda, “nel gruppo di Bruno Di Giacomo per le spedizioni punitive”. “Frequenta i figli del boss Aurelio Cavallo e lo zio Gianluca Parisi”, ha aggiunto il poliziotto parlando in aula. Lo stesso testimone ha inoltre precisato di aver notato, sulla mano dell’imputato, un tatuaggio, una stella “che è quella degli stiddari”, ha aggiunto. Raniolo, che rimase ferito ma non è costituito parte civile (segue il giudizio come parte offesa con il legale Nicoletta Cauchi), a sua volta è stato collocato in ambienti della criminalità organizzata, “con il gruppo Emmanuello”, ha aggiunto il poliziotto. Per la difesa di Parisi, sostenuta dall’avvocato Davide Limoncello, i precedenti del ferito non sarebbero mai stati riferibili a reati di mafia. La difesa esclude che i fatti finiti a processo possano essere stati determinati dalla rivalità tra stiddari ed esponenti di Cosa nostra. Il poliziotto, inoltre, ha parlato dei rancori tra i due, causati dal fatto che Raniolo si opponesse alla relazione sentimentale che l’imputato intratteneva con la figlia.

Tutti aspetti che per gli investigatori avrebbero armato la mano del ventiseienne, attualmente ai domiciliari, monitorato con il braccialetto elettronico. La difesa ha sempre messo in dubbio il suo coinvolgimento nell’azione di un anno fa. Raniolo rimase ferito ad una mano e fu rintracciato successivamente, nell’abitazione di una familiare. Il collegio penale ha provveduto ad affidare l’incarico ai periti per la trascrizione del contenuto di alcune intercettazioni. In aula, si tornerà a novembre.

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