“Specificità del territorio e rispetto delle regole per rilancio agricolo”, commissione lavora a regolamento

 
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Gela. Un regolamento che prenda come punto di partenza le normative a tutela delle aree rurali del territorio. I vincoli, il piano di risanamento e quello di gestione potrebbero diventare dei riferimenti per la ripresa economica, soprattutto del comparto agricolo. Lo studio l’hanno avviato i componenti della commissione consiliare sviluppo economico, che vogliono arrivare ad uno strumento condiviso, nell’ottica del rilancio rurale del territorio. Questa mattina, in commissione sono stati ascoltati Emilio Giudice, tra i referenti della Riserva Orientata Biviere, e la biologa Debora Fasone, che ha lavorato su uno studio legato al territorio e al corpo normativo che lo dovrebbe tutelare. “Lo studio è molto interessante – spiega il presidente della commissione Rosario Faraci – ovviamente, si tratta di capire se possa diventare un vero e proprio regolamento. Non parliamo solo della tutela ambientale del territorio, ma anche dello sviluppo delle tipicità. Abbiamo avviato un focus su questo tema e c’è ancora molto da approfondire”. Da anni, tante aree rurali locali sono abbandonate al loro destino. Senza controlli, molti imprenditori incontrano difficoltà di ogni tipo, dalla mancanza di acqua ai danneggiamenti. “Parliamo di un comparto che occupa oltre seimila persone – spiega ancora Faraci – ma spesso mancano i servizi di base”. L’audizione è stata voluta soprattutto dalla grillina Virginia Frruggia, che è componente della commissione, insieme a Luigi Di Dio, Pierpaolo Grisanti ed Emanuele Alabiso. “Arrivare ad un regolamento – spiega – sarebbe fondamentale. In questo modo, sarebbe possibile partire da quelli che tanti ritengono limiti allo sviluppo locale, come ad esempio i vincoli ambientali, per creare invece delle specificità di questo territorio e fare anche economia, con l’agricola. Lo studio che ci è stato presentato è una tesi di dottorato, dalla quale però vogliamo partire, condividendo il percorso, fino ad arrivare all’approvazione del consiglio comunale”.

Nel corso del confronto, Emilio Giudice, che da anni chiede il rispetto di norme come quelle contenute nel piano di gestione, ha puntato anche sulla necessità di sanzioni quando le discipline già in vigore vengono sistematicamente violate. La commissione, tra le altre cose, ha avviato un monitoraggio sulla gestione delle fonti idriche. “Un territorio così vasto – aggiunge Faraci – non trova mai la disponibilità idrica necessaria. L’acqua c’è, sono i progetti ad essere bloccati da anni. Così, stiamo raccogliendo dati e documentazione utile per risalire alle cause di ritardi enormi, come quelli per gli interventi alla diga Cimia. Ci sono ancora troppi guasti sulle linee e un intero comparto rischia di saltare, perché non riesce ad avere acqua”.

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