Sprechi al Consorzio di bonifica? “Solo una macchina del fango ad personam”

 
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Gela. Una macchina del fango messa in marcia per screditare chi guida il consorzio di bonifica di via Marconi. Risponde in questo modo il direttore dell’ente Vincenzo Caruso alle critiche mossegli dai lavoratori e dal segretario provinciale della Flai Cgil Pino Pardo.

“Pare di scorgere – scrive lo stesso Caruso in una nota – una vera e propria macchina del fango ad personam incapace persino di discernere se a monte delle scelte consortili vi sia l’esigenza di assicurare un servizio pubblico essenziale quale l’irrigazione che consuma tempi stretti nell’adempimento e i cui agricoltori beneficiari risultano del tutto incolpevoli rispetto a scelte legate alle finanze regionali. La rassicuro signor segretario, le spese per la riparazione dei tubi, di gran lunga inferiori a quelle indicate, trovano previsione in perizie già inserite nel bilancio regionale. Il personale dipendente viene utilizzato con mezzi idonei e adeguata formazione per la riparazione delle condotte in pvc. La strada delle esternalizzazioni, inoltre, è tracciata da tempo nella gestione aziendale privata e pubblica”.
In questo modo, il direttore del consorzio di bonifica risponde alla dura presa di posizione di operai e sindacalisti della Flai Cgil, decisamente contrari rispetto alle scelte gestionali adottate tra gli uffici di via Marconi. “Non appartengo ai seguaci della legge del beduino – continua Caruso – io contro mio fratello, io e mio fratello contro mio cugino, io mio fratello e mio cugino contro tutti. Non sono contro nessuno preferisco le armi della ragione. Lo stesso penso della Flai Cgil e del suo segretario provinciale ai quali mi permetto di suggerire un rinnovato impegno nella madre di tutte le battaglie. Malgrado, infatti, la legge regionale assicuri il finanziamento sino al novantacinque percento degli emolumenti al personale consortile, ad oggi non si è trovata copertura di tali oneri nelle leggi finanziarie regionali varate. La casa brucia signor segretario e bisogna impedire che l’incendio si propaghi”.

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