“Stanco di chi attacca il Pd e ci rimane dentro”, Di Cristina dopo la direzione: “Sempre coerenti”

 
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Gela. Una lunga direzione, conclusasi dopo le 22. I dem non sembrano intenzionati a partire battuti, in vista delle elezioni anticipate. I dati nazionali e i risultati delle ultime consultazioni, sia regionali che legislative, non depongono a favore del segretario cittadino Peppe Di Cristina e degli esponenti locali del partito. Riprendersi il municipio sarà una vera e propria impresa. Di Cristina, che ha spinto per convocare la direzione a poche settimane dalla sfiducia all’ex sindaco Domenico Messinese, ha voluto mettere subito le cose in chiaro. “Sono stanco di chi vuole farsi la campagna elettorale attaccando il Pd ma ci rimane dentro – dice subito dopo la conclusione della riunione – io non prendo lezioni di coerenza politica da nessuno. Se qualcuno non ha gradito la scelta di sostenere la mozione di sfiducia, lo dica chiaramente. Il sindaco è stato sfiduciato anche dal Pd. Questo deve essere chiaro a tutti. Chi non condivide le nostre scelte, può anche trovare altre collocazioni. Le discussioni vanno condotte anzitutto all’interno del partito”. Un messaggio, in realtà l’ennesimo, che il segretario invia a chi da tempo contestata la sua linea politica. All’incontro hanno partecipato praticamente tutti gli esponenti a lui più vicini, a cominciare dal deputato regionale Giuseppe Arancio e dai consiglieri uscenti Alessandra Ascia, Carmelo Orlando e Guido Siragusa (non c’erano invece Romina Morselli e Salvatore Gallo). Il segretario ha cercato di chiarire uno dei punti che, probabilmente, metterà ancora in difficoltà il gruppo dirigente dem. “Alleanze? Partiamo dai nostri valori e da un programma che stileremo insieme – continua – è chiaro che se ci limitassimo a muoverci nell’area di centrosinistra, allora avremmo ben poco da valutare, dato che ormai non esiste più. E’ una fase molto delicata e da tempo il Pd perde consensi a livello nazionale. In città possiamo dire la nostra, perché siamo uno dei pochi partiti rimasti. Abbiamo una struttura e abbiamo una democrazia interna che ci porta a riunirci in continuazione. Ribadisco, partiamo dai nostri valori e dal nostro programma e parliamo con chi vorrà condividerlo”.

La segreteria dem ha capito da tempo che la corsa solitaria difficilmente potrà concludersi con un successo elettorale. Una sconfitta plateale invece potrebbe condurre alla marginalità, pure all’assise civica. Per questo motivo, i dirigenti democratici sondano da tempo il campo e non escludono il dialogo a trecentosessanta gradi. Di Cristina, però, i paletti li mette. “Sono per il dialogo, mantenendo la nostra coerenza politica – aggiunge – ma il Pd non farà mai parte di un progetto politico che contempli Messinese e il suo vice Simone Siciliano. Li abbiamo sfiduciati e non siamo interessati a dialogarci”. Alla direzione ha partecipato un gruppo dei Giovani dem, che nelle ultime settimane hanno mandato messaggi inequivocabili ai dirigenti. Il segretario Stefano Scepi ha più volte chiesto una cambio di rotta, dando spazio a nuove leve politiche, senza limitare il campo d’azione interno ai soliti noti. Di Cristina cercherà di evitare che il gruppo possa traghettare verso altri lidi e già la prossima settimana avrà un incontro proprio con i Giovani dem, oltre ad un nuovo faccia a faccia con i componenti della sua segreteria. E’ quasi scontato che sarà proprio lui a guidare il partito fino alle urne del prossimo anno. I risultati, poi, ne decreteranno il successivo futuro. I dirigenti dem vogliono serrare i ranghi per evitare che il partito possa ulteriormente sfasciarsi dall’interno. La corsa è partita e una coalizione larga non è un’ipotesi così azzardata.

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