“Stella cadente”, no a sorveglianza speciale chiesta per uno dei coinvolti nell’inchiesta

 
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Gela. E’ attualmente imputato in uno dei filoni processuali, scaturiti dall’indagine antimafia “Stella cadente”. Per Francesco Vizzini, però, non furono mai emesse misure, neanche dal gip. E’ rimasto a piede libero. Per gli investigatori, sarebbe comunque pericoloso, considerando le imputazioni che gli vengono mosse. I giudici nisseni non hanno accolto la richiesta di imporgli la sorveglianza speciale. La decisione è stata emessa dal tribunale delle misure di prevenzione. Come chiesto dal legale di difesa, l’avvocato Giovanna Cassarà, Vizzini rimane in libertà e non sarà gravato da misure. Davanti ai giudici del tribunale di Caltanissetta, il legale ha spiegato che non ci sono presupposti per giustificare la misura della sorveglianza speciale. Gli ultimi precedenti penali risalgono al 2009 e da allora non ci sono stati altri riscontri e la condotta di Vizzini, come ha indicato la difesa, non ha dato adito a sospetti.

I pm della Dda di Caltanissetta, lo considerano vicino al gruppo stiddaro di Bruno Di Giacomo, a sua volta coinvolto nell’inchiesta. Vizzini ne risponde a dibattimento. Il tribunale nisseno ha respinto la richiesta per la sorveglianza speciale e il legale che lo assiste, tra gli altri elementi, ha parlato di amicizie con pregiudicati, ma solo perché legate alla zona dove è cresciuto e vive, ma senza che ci siano mai stati risvolti che potessero portare a reati. I giudici hanno ritenuto che non vada applicata la misura.

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