Sterminò la famiglia Militano, disposta una super perizia per Centorbi

 
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Butera. Colpo di scena in corte d’Assise d’appello di Caltanissetta. Il processo bis per la strage della famiglia Militano si riapre. In primo grado Giuseppe Centorbi, il bracciante agricolo che sterminò la famiglia Militano in contrada De Susino il 24 giugno del 2011, fu condannato all’ergastolo.

Stamattina i giudici hanno ammesso la richiesta della difesa, rappresentata dall’avvocato Salvo Macrì, che ha chiesto una super perizia. Un pool di specialisti dovrà accertare le capacità mentali di  Centorbi. Il Gup in primo grado ha affermato che l’assassino era capace di intendere e volere e per questo il 30 gennaio dello scorso anno venne condannato all’ergastolo.

I primi periti nominati dallo stesso Gup hanno chiaramente detto che il bracciante agricolo la mattina del 24 giugno del 2011 era perfettamente in grado di capire quel che stava facendo. Ha agito con premeditazione e lucidità. Non ci fu nessun raptus. Il Gup ha anche riconosciuto un risarcimento sostanzioso alle parti civili, ben dieci: i tre nonni (padre e madre di Filippo Militano, la madre di Giuseppa Carlino e nonna del figlio tredicenne della coppia, e sette tra fratelli e sorelle delle vittime). Alla base della strage contrasti legati a questioni di confini agricoli. Il tribunale ha riconosciuto un risarcimento di circa 200 mila euro ad ognuno dei genitori e di circa 130 mila euro a fratelli e sorelle dei Militano.

 

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