“Stidda e cosa nostra nei lavori alla diga Disueri”, il summit per spartirsi i subappalti

 
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Gela. I subappalti per gli interventi alla diga Disueri spartiti tra stidda e cosa nostra. Addirittura, ci sarebbe stato un vero e proprio summit, negli uffici dell’azienda allora gestita da Alberto Cammarata e dal fratello. Particolari raccontati in aula, davanti al collegio penale del tribunale, da Giuseppe Bevilacqua, sentito nell’ambito del dibattimento aperto contro Crocifisso Smorta, già reggente locale del gruppo di cosa nostra, e Francesco Iudice. Bevilacqua, che ha confermato di essere stato vicino alle famiglie mafiose della città, ha risposto alle domande del pm della Dda di Caltanisetta Elena Caruso. “Insieme ad Alberto Cammarata – ha detto – abbiamo avuto un incontro, a Roma, con uno dei responsabili della Safab, l’azienda che si era aggiudicata l’appalto principale. Lo incontrammo anche a Catania. A Gela, nell’ufficio dell’azienda di Cammarata, fissammo una riunione. C’erano Pino D’Arma, Enrico Maganuco, Giuseppe Missuto e il figlio. Si stabilì che nei subappalti avrebbero dovuto lavorare Capizzello e Missuto. Erano aziende con tutte le autorizzazioni richieste”.

Gli incontri con Emmanuello. Per Bevilacqua, si sarebbe raggiunta un’intesa tra i gruppi mafiosi della città, che in questo modo avrebbero avuto proprie aziende di riferimento in quei cantieri. “L’azienda dei fratelli Cammarata – ha proseguito – sarebbe dovuta entrare in un secondo momento, con la fornitura degli inerti. Alla fine, però, non se ne fece nulla. Fu l’azienda di Missuto ad occuparsi di tutto”. Nel corso del suo esame, Bevilacqua ha ammesso di aver incontrato l’allora latitante Daniele Emmanuello. “Nel periodo tra 2004 e 2006 – ha spiegato ancora – non ho mai sentito parlare Emmanuello di lavori della Safab, neanche a Lentini. Iudice? Non lo conosco”. Gli imputati, che devono risponder di estorsione e concorso esterno in associazione mafiosa, sono difesi dagli avvocati Antonio Gagliano e Ugo Colonna. Parte civile, invece, è l’avvocato Cristina Alfieri, nell’interesse di un ex socio di un’azienda metalmeccanica, al centro della vicenda processuale.

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