Stop alle pale eoliche tra Gela e Butera, Cga respinge ricorso: NoPeos, “abbiamo vinto”

 
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Gela. Confermato lo stop al progetto del polo eolico della Mediterranean Wind offshore, società ligure che avrebbe dovuto realizzare il sistema al largo delle coste locali, praticamente a ridosso del Castello di Falconara. Dopo il verdetto del Tar di Palermo che aveva accolto il ricorso presentato dalle associazioni, dai Comuni e dai proprietari dello storico sito, arriva un altro pronunciamento sfavorevole all’azienda. E’ stato respinto il ricorso presentato dai legali del gruppo. I giudici del Cga hanno in gran parte confermato il verdetto del Tar palermitano. Valutazione di impatto ambientale annullata, così come l’autorizzazione unica. Secondo i magistrati del Cga, come già indicato da quelli del Tar, le procedure autorizzative non avrebbero rispettato passaggi necessari, compresa la valutazione dei pareri della soprintendenza e di enti gestori delle aree protette, coma la Riserva orientata Biviere. “Le opere in questione sono qualificate di pubblica utilità indifferibili e urgenti – scrivono i giudici – la Regione Sicilia ha istituito la Soprintendenza del mare, attribuendole specifiche competenze in materia di ricerca, censimento, tutela, vigilanza, valorizzazione e fruizione dei beni culturali sommersi (art. 28 l.r. n. 21/2003), questa, quindi, trattandosi di impianto da installare in mare, andava informata”. “Il Collegio non ritiene convincenti le argomentazioni critiche dell’appellante e reputa – continuano i magistrati – che effettivamente, con riferimento al tema all’incidenza su aree protette, si configurino i vizi di carenza di istruttoria e difetto di motivazione colti dal Tar”. Viene messo in discussione anche l’operato della Commissione tecnica che ha seguito la procedure di rilascio delle autorizzazioni. “La Commissione, col parere n. 619 abbia “obliterato” le deduzioni dell’Arta, e che al difetto di motivazione si affianchi quello di istruttoria, per mancata acquisizione del parere dell’ente gestore sullo studio di incidenza ambientale. Non vale a escluderne la necessità l’affermazione dell’appellante che l’impianto si colloca al di fuori delle aree protette. Se ciò bastasse a rendere ininfluente la presenza dei siti predetti, non si comprenderebbe perché l’appellante abbia effettuato la Vinca e la Commissione abbia prestato attenzione all’interferenza degli aerogeneratori col Biviere di Gela coi flussi migratori che fanno capo al Biviere di Gela”.

Tutti aspetti che hanno indotto il Cga a confermare lo stop al progetto che prevedeva la realizzazione di trentotto aerogeneratori da 3,6 Mw, al largo delle coste tra Gela e Butera. “Abbiamo vinto, la sentenza definitiva al Cga libera il Golfo di Gela dai trentotto pale eoliche, di fronte “Due rocche-castello di Falconara” – scrive l’artista Giovani Iudice – abbiamo tutelato la bellezza come bene primario della visione del paesaggio e della biodiversità sottomarina, dell’avifauna migratoria e dell’ archeologia sottomarina. Abbiamo tutelato l’indotto del turismo della zona di Desusino, con centinaia di addetti. Siamo quattro pazzi, quelli del NoPeos di Gela-Butera-Licata, mi riferisco a Totó Licata,Silvio Schicilone, Maria Ferrera e io. Grazie alle associazioni Archeoclub Gela, ai tempi di Nuccio Mulè, Legambiente con Virginia Farruggia, Lipu con Emilio Giudice, ItaliaNostra con Leandro Janni. Grazie all’ostinazione e alla professionalità degli avvocati, Giovanni Puntarello, Chiara Modica Donà Dalle Rose e Stefano Polizzotto. Al nostro mentore Vittorio Sgarbi. Grazie ai Comuni di Gela e Licata. Abbiamo anche avuto difficoltà e sterili attacchi, messi in atto da chi utilizza il dibattito pubblico ai fini politici e per interessi personali. Noi, lo abbiamo fatto per le future generazioni”. L’unico parziale accoglimento ha riguardato la richiesta legata all’accesso agli atti, che non influisce però sugli altri ricorsi respinti.

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