Su Eni l’affronto a Siciliano, “l’uomo della provvidenza che non risolve un tubo”

 
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Gela. Non c’erano i manager di Eni e non c’erano i sindacati. Dal consiglio comunale, però, arriva l’ennesima sfiducia messa nelle mani del vicesindaco Simone Siciliano. Il numero due della giunta, che nella vicenda Eni ha fatto praticamente il bello e il cattivo tempo, non si è salvato, neanche questa volta, dagli affondi arrivati sia dai banchi del centrodestra sia da quelli del centrosinistra, rafforzati dai grillini che l’hanno bocciato già da tempo, insieme al sindaco Domenico Messinese. “Questi vendicatori solitari – ha attaccato il dem Guido Siragusa – non hanno portato niente alla città, ma sanno solo occupare tutto militarmente. Sulla vicenda Eni, dopo il protocollo del novembre 2014, quello che si ritiene essere l’uomo della provvidenza non è riuscito a risolvere un tubo. Il sindaco e il suo vice credevano di essere politicamente autosufficienti, ma continuano a fallire. Siciliano deve farsi da parte. I danni causati sono enormi”. Proprio Siragusa ha spinto affinchè, a conclusione della seduta monotematica, si approvasse un documento, poi condiviso dai diciotto consiglieri presenti in aula. Il consiglio si rivolge direttamente al presidente della Regione Nello Musumeci, chiedendo anche che vengano ritratti gli accordi attuativi sull’uso dei trentaduemilioni di euro delle compensazioni. Insomma, il vicesindaco viene quasi esautorato, almeno agli occhi dei firmatari. Il documento è stato consegnato al presidente di turno dell’assise civica Salvatore Scerra. Siciliano, affiancato da Messinese e dall’altro assessore Fabrizio Morello, prosegue per la sua strada. “Prima del nostro insediamento – ha detto – era tutto fermo. Stiamo ottenendo risultati apprezzabili. In raffineria, tutte le aziende lavorano e gli operai dell’indotto vengono impiegati in base alle commesse assegnate. L’indotto si muove intorno ad una media di 1.500 impiegati ed Eni ha scelto di investire, solo in città, sul progetto gnl. Garantiamo la tenuta del territorio”. Sembra quasi l’affresco di una realtà parallela, che certamente non corrisponde alle quasi tre settimane di protesta dei lavoratori della Turco Costruzioni, ai tanti operai dell’indotto di raffineria che non hanno fatto più rientro in fabbrica, al progressivo aumento del peso delle agenzie di lavoro interinale, cui oramai si rivolgono le aziende dell’indotto pur di ridurre i costi del personale. Dell’accordo di programma e dell’area di crisi complessa non si conosce bene neppure l’eventuale destino, nel balletto di cifre e di rimpalli tra il municipio e la Regione. Il capogruppo di DiventeràBellissima Vincenzo Cascino ha rilanciato l’eventuale ipotesi di una nuova protesta a Roma. “Se c’è bisogno – ha detto – autotassiamoci e garantiamo pullman per la trasferta. Ci sono enormi responsabilità, anche dei sindacati. Siamo davanti ad un disastro economico”

“Subalterni ad Eni”. Molto duro l’intervento dell’altro dem Salvatore Gallo. “Ci troviamo di fronte – ha detto – ad ignoranti che ridono dei consiglieri comunali, dimostrando però di non conoscere nulla della questione. L’ho sempre sostenuto, questa giunta difetta di educazione morale”. I rapporti tra amministrazione comunale ed Eni sono stati al centro dell’intervento del capogruppo di Noi con l’Italia Vincenzo Cirignotta. “La città sta chiudendo – ha ribadito – la giunta, sul protocollo di intesa e sull’accordo di programma ha fatto solo il compitino. Devo ammettere che c’è una subalternità evidente nei rapporti con Eni. Credo che si debba immediatamente passare a ridiscutere gli accordi sulle compensazioni”. Ad inizio seduta, davanti ad assenze pesanti come quelle dei manager del cane a sei zampe e dei confederali, Carmelo Casano ha addirittura chiesto di rinviare la seduta, di modo da avere un confronto più ampio. Il capogruppo di Sicilia Futura Giuseppe Ventura è tornato sui dati forniti dal vicesindaco. “Sono falsità – è intervenuto – non è assolutamente vero che prima del loro insediamento la vicenda Eni fosse stata trascurata, anzi. Purtroppo, il vicesindaco vorrebbe muoversi come Superman, ma è piccolo piccolo davanti alle bugie”. I grillini hanno rincarato la dose. “Il consiglio comunale è stato tagliato fuori dalle scelte – ha spiegato Simone Morgana – sul protocollo e sull’accordo di programma, la giunta ha scelto da sola, senza passare da quest’aula”. “Su nostra proposta – ha detto invece il capogruppo di Energie per l’Italia Luigi Di Dio – era stato istituito un tavolo di lavoro per monitorare l’attuazione del protocollo e dell’accordo di programma. Devo ammettere che è stato del tutto snobbato. In Umbria, in appena due anni, sono riusciti a chiudere l’accordo di programma consentendo ai lavoratori di rientrare nei percorsi di formazione e di accedere al fondo di crisi dell’Unione Europea. Noi, invece, siamo fermi”.

Le assenze “illustri”. All’incontro hanno preso parte i due deputati regionali della città, il grillino Nuccio Di Paola e il democratico Giuseppe Arancio. “Troppe volte, su questioni così importanti – ha detto Arancio – la giunta si è rivelata fin troppo autarchica”. Di Paola, ex assessore della prima giunta Messinese, non ha nascosto le perplessità anche sulle procedure per gli eventuali nuovi investimenti nelle aree dismesse di Eni. “Nel corso dell’incontro in municipio con i manager dell’azienda – ha spiegato – è emersa la presenza di diciotto proposte. Ma solo quattro sono state ritenute idonee. C’è l’ampliamento deciso da un’azienda già insediata, un progetto per l’allevamento di crostacei, la realizzazione di un impianto di trattamento delle sabbie contaminate e un termovalorizzatore. Proprio sul possibile termovalorizzatore ho subito chiesto spiegazioni all’assessore regionale competente”. Il sindaco Domenico Messinese, però, ha escluso che tra i possibili investimenti possa esserci quello per un termovalorizzatore. In un dibattito reso monco dall’assenza dei manager Eni e dei sindacati, il consiglio ha certificato la sfiducia al vicesindaco, pur non avendo avuto la forza politica di chiudere anticipatamente la storia, appena tre mesi fa. Le assenze “illustri” sembrano quasi confermare che le decisioni, quelle pesanti, si prendono fuori dal municipio.

3 Commenti

  1. È solo una vergogna! Sentire un ex dipendente raffineria Eni che ha cambiato società per evitare di trovarsi come tanti suoi ex colleghi trasferiti , adesso da giudizi e fa il moralista.Spero che anche lui al più presto venga trasferito il più lontano possibile, forse solo così potrebbe capire che significa.

  2. L assurdo e che gente che era al governo locale in tempi non lontani e che ha contribuito al tracollo di un intero sistema economico oggi indossa altre casacche e fa pure la morale. Ridicolo ma pensate di essere credili?

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